Era di Rescaldina, Claudia Turconi, morta nel tamponamento sulla A4

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Claudia Turconi

RESCALDINA – Si chiamava Claudia Turconi, aveva 59 anni ed era la mamma di quattro figli. È una delle due donne – l’altra era l’amica 54enne Laura Amato, originaria di Catania di Robecchetto con Induno – morte nel terribile incidente stradale nella nottata tra venerdì 17 e sabato 18 febbraio, alla barriera di Milano Ghisolfa sulla A4, in direzione Torino. Claudia e Laura tornavano da una festa organizzata per il compleanno di Laura, che di professione era operatrice sanitaria.

Ferme al casello con la loro Lancia Y, sono state tamponate e spinte per oltre 100 metri dalla Lancia Musa di un italo-marocchino di 39 anni, che, secondo i rilievi della polizia Stradale della sottosezione di Novara, è piombato a 150 km/h sull’auto delle due donne, dopo aver seminato il panico zigzagando nei 2 km precedenti la barriera. Per loro non c’è stato nulla da fare, sono decedute sul colpo, mentre l’investitore ha riportato solo qualche graffio e contusione, da codice giallo al pronto soccorso dell’ospedale San Carlo.

Il ricordo della figlia

Claudia Turconi lavorava come Oss (Operatrice socio-sanitaria) alla Fondazione Colleoni di Castano Primo ed era molto amata a Rescaldina. 

La 33enne figlia Roberta ha voluto ricordarla in un post pubblicato nel suo account Instagram insieme con la foto di Claudia con lei e i suoi tre fratelli. Ecco il testo.

Non so nemmeno cosa dire se non che avevamo davanti ancora mille avventure da vivere tutti insieme come ci hai insegnato tu. Eri una mamma, un papà, un’amica, una sorella, una zia, eri il nostro mondo. Il tuo carattere diretto e sincero con tutti, le parole di conforto che avevi per noi ogni volta che avevamo un problema, la mia guerriera che mi ha aiutato a convivere con una malattia fin da quando avevo 16 anni. La mia mamma creativa e piena di colori che mi ha trasmesso la passione che ho fatto diventare il mio lavoro. Hai sempre avuto parole buone per tutti e ora noi non ne abbiamo per esprimere il nostro dolore. Ti ameremo all’infinito mamma i tuoi Bambini per sempre.  Saremo sempre uniti come ci hai insegnato tu. Ora sono io la donna di casa, ma speravo che questo momento sarebbe arrivato più il là”.

Sospetti sull’investitore

Alcune indiscrezioni, non confermate dagli inquirenti, indicherebbero l’uomo come appena dimesso da un ospedale psichiatrico: sulla sua auto, infatti, sarebbe stato trovato un braccialetto ospedaliero che viene assegnato all’accettazione del pronto soccorso. Secondo i primi risultati dei testi tossicologici effettuati sull’automobilista, che resta agli arresti, accusato di duplice omicidio stradale, al momento dello schianto era sotto effetto di cannabinoidi e benzodiazepine.

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