Export varesino da due miliardi ma l’Univa è cauta: «Non siamo fuori pericolo»

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VARESE – «Non possiamo ancora dirci fuori pericolo, occorre capire quali saranno gli effetti degli ultimi provvedimenti dell’Esecutivo sul mercato del lavoro». Riccardo Comerio, presidente dell’Unione Industriali di Varese, commenta così i risultati congiunturali del secondo trimestre 2018. Ne sono sono emersi livelli produttivi complessivamente stabili e, nei primi mesi dell’anno, si è riconfermata la tendenza della provincia all’apertura internazionale con un export che sfiora i 2,8 miliardi di euro.

L’industria varesina in fase di attendismo

Sebbene gli ultimi mesi abbiano prodotto dati incoraggianti, Comerio ha richiamato alla cautela: «Prosegue, anche nel secondo trimestre del 2018, la stabilizzazione dei livelli produttivi e degli ordinativi complessivi della nostra provincia, già registrata ad inizio anno. Tuttavia, nonostante qualcosa si sia mosso in questi ultimi mesi, non possiamo comunque ancora dirci né come territorio, né come singoli settori manifatturieri, definitivamente fuori pericolo. La prudenza ci impone di non analizzare i dati mese per mese, ma di avere una visione globale e strategica di lungo periodo. Per creare quelle necessarie sinergie in grado di permettere anche alle imprese ancora in difficoltà di poter essere trainate da chi, invece, riesce a crescere. Quella che caratterizza l’industria varesina è una fase di attendismo. Gli scenari internazionali sempre più complicati e l’insediamento di un nuovo Governo, di cui bisogna ancora capire l’impostazione di politica economica, richiedono prudenza nella programmazione degli investimenti. Non è il momento certo di fare il passo più lungo della gamba. Bisogna capire se i pronostici di un rallentamento dell’economia mondiale, in parte dovuti ad un nuovo protezionismo, si tradurranno in realtà e con quali numeri. Inoltre, guardando dentro i nostri confini, occorre capire quali saranno gli effetti degli ultimi provvedimenti dell’Esecutivo sul mercato del lavoro. Come sempre per comprendere l’orientamento del nuovo corso del governo, il banco di prova è la Legge di Stabilità. Lì capiremo veramente quali saranno le disposizioni che caratterizzano le politiche del prossimo futuro e se le esigenze delle imprese (che con tanta fatica stanno cercando di rialzare la testa dopo anni di crisi) saranno tenute in considerazione».

Un export da 2,8 miliardi di euro

Dai risultati dell’indagine congiunturale condotta dall’ufficio studi dell’Univa sul secondo trimestre 2018, si evidenzia una stabilizzazione dei livelli produttivi e degli ordinativi complessivi. I dati sul commercio estero, relativi al primo trimestre del 2018, confermano l’apertura internazionale della provincia. Si è registrata una considerevole crescita, dovuta principalmente al settore aerospaziale, con un export di circa 2,8 miliardi di euro. Ci sono tuttavia segnali che consigliano cautela nei mesi a venire. Innanzitutto i dati di cassa integrazione che, se nel secondo trimestre hanno attestato una riduzione del 41,4% con 710.912 ore autorizzate, vedono invece una variazione positiva del 27,3%, con 3.617.566 ore, se misurata sul semestre. In secondo luogo, gli effetti di annuncio e l’inasprimento della politica commerciale statunitense non sono stati ancora registrati dai dati di export, che sono relativi solo al primo trimestre 2018. A ciò si aggiungono le preoccupazioni legate ai trend in rialzo del prezzo del petrolio e più in generale delle materie prime e dei loro derivati.

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