BUSTO ARSIZIO – «L’Italia è il Paese che amo. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mestiere di truffatore. Qui ho appreso la passione per i preti che fanno i Tiktoker». C’è anche una citazione evidentemente dedicata al coadiutore della parrocchia di San Michele don Alberto Ravagnani, nella finta “discesa in campo” di Fedez, il rapper che aveva fatto scalpore registrando un dominio internet “fedezelezioni2023” e che oggi, 15 novembre, con un videomessaggio diffuso su Twitter ha richiamato il celebre VHS spedito a tutti i telegiornali da Silvio Berlusconi alla vigilia delle elezioni politiche del 1994 per annunciare la nascita di Forza Italia. «Una grande trollata» l’ha definita Fedez: niente altro che un’abile strategia di marketing per il lancio del suo nuovo album “Disumano”.
Il videomessaggio di Fedez
Nella parodia della discesa in campo dell’ex Cav., che si conclude con lo slogan “Vota Disumano” e con il jingle “Meno male che Federico c’è” (Federico Lucia è il vero nome del rapper), c’è spazio anche per una citazione che riguarda Busto Arsizio. Perché quando Fedez parla della «passione per i preti che fanno i Tiktoker» non può che venire alla mente uno dei più famosi “preti Tiktoker” italiani, il coadiutore della parrocchia di San Michele don Alberto Ravagnani, che sul sempre più popolare social network cinese dei videoclip ha collezionato più di 90mila followers e quasi un milione di “like”.
Il precedente
Anche perché con il rapper si può dire che abbia un conto aperto: nei mesi scorsi tra i due c’era stato un acceso scambio di “stories” su Instagram dopo che don Alberto aveva denunciato di essere stato «bloccato» da Fedez, mentre quest’ultimo gli aveva risposto dicendo che era semplicemente stato «asciugato» dai suoi messaggi. Il loro rapporto “social” aveva fatto scalpore quando Fedez aveva risposto alle puntualizzazioni di don Ravagnani sulla frase di una canzone del rapper (in cui diceva di preferire “le bimbe di Conte” ai “bambini dai preti”): eppure allora il marito di Chiara Ferragni trovava «fighissimo poter creare un sano dibattito tramite stories» con un prete attivo sui social.
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