Festa della Lega a Golasecca. Bianchi: “Partiamo da lì alla riconquista di Varese”

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GOLASECCA – Giovedì 25 luglio, Matteo Salvini apre la festa nazionale della Lega a Golasecca. Matteo Bianchi, segretario provinciale del Carroccio, qual è il significato politico di un simile avvenimento nel Varesotto?
“E’ tradizione che la festa nazionale (per nazione la Lega intende la Lombardia, ndr) si organizzi a fine luglio, in prossimità delle ferie d’agosto. La scelta della nostra provincia ha un valore simbolico: riconosce quanto di positivo è stato da noi fatto nel recente passato e non solo”.

Non solo, in che senso?
“Per inaugurare un percorso che ci porti alla riconquista della città capoluogo, Varese”

Se si votasse oggi sarebbe abbastanza scontato, non crede?
“Se guardiamo a Bergamo, per fare un esempio, dovremmo dire che non è poi così facile. Ma proprio Giorgio Gori, rieletto sindaco nella città orobica, ha poi perso malamente alle elezioni regionali. Diciamo che il contesto è molto mutevole”.

Il Pd di Gori oggi ha qualche difficoltà in più.
“Ritengo che non dobbiamo soffermarci sugli altri, ma pensare a noi, per essere pronti con una classe dirigente all’altezza al momento del voto”.

Con o senza Forza Italia come alleata?
“Diciamo che al momento il nostro faro, per quanto riguarda il locale, rimane il centrodestra in Regione Lombardia. Dopo di che, salvo sorprese, mancano due anni all’apertura delle urne. Si vedrà”.

Tensioni, incomprensioni, liti: il governo gialloverde non offre grandi garanzie di stabilità. Eppure i sondaggi vi danno in crescita, attorno al 36 per cento.
“Penso che la gente abbia compreso la linearità del nostro ragionamento. Quello che abbiamo promesso intendiamo portarlo a casa, costi quel che costi, Certo, non abbiamo la bacchetta magica ma parliamo con chiarezza, nella massima trasparenza”.

L’autonomia però…
“Attilio Fontana e Luca Zaia si esprimono senza fraintendimenti, si sono fatti capire, eccome, nella loro lettera in risposta al presidente del consiglio Giuseppe Conte. La Lega non è disposta a firmare qualcosa che sembra una presa in giro. I cittadini ci hanno chiesto di condurre in porto il discorso sull’autonomia regionale in modo esaustivo, non possiamo deluderli”.

I Cinque Stelle hanno un’altra posizione.
“E’ evidente che i pentastellati cercano di frapporsi a questo tipo di discorso. Dobbiamo però essere consapevoli di essere al governo per volontà popolare, non certo per ottenere poltrone”.

Nella Lega c’è chi vorrebbe subito la crisi di governo. E lei?
“Io dico che al governo ci si sta per fare le cose, per essere concreti. Io stesso, come parlamentare, vivo tutti i giorni una certa situazione di disagio: ha senso andare avanti se si fanno progetti che poi si traducono in fatti concreti”.

Dicono che persino Giancarlo Giorgetti si sia rotto le scatole di un certo andazzo coi Cinque Stelle. E’ vero?
“Giorgetti è un politico di lungo corso e di grande esperienza. Le sue osservazioni sono sempre illuminate”.

Moscopoli non vi ha toccato sul versante del consenso popolare.
“La gente oramai ha percepito che ci sono questioni che devono essere depurate dall’obiettivo di portare a casa i risultati che interessano la collettività. Questa vicenda della Russia riguarda chi vuole rompere gli equilibri. Prima hanno tentato con Trump, poi con l’Austria, ora con noi. Ma le pare possibile che si possano trattare presunti affari per 65 milioni da girare alla Lega in una hall di un albergo? Di cosa stiamo parlando? Non scherziamo”.

In Europa la Lega è isolata.
“Siamo rimasti molto male per il comportamento dei Cinque Stelle, Noi abbiamo cavalcato discorsi di buon senso, loro mi pare proprio di no, Siamo sbigottiti. Del resto, visti i risultati delle urne a maggio, il commissario europeo tocca a noi, mi pare persino scontato”.

Domandone da cento milioni di dollari: a primavera si va al voto?
“Sono sincero: non saprei cosa rispondere, la situazione cambia di giorno in giorno. Al voto si arriverà quando, tirate le somme, ci si accorgerà che non ci sono più le condizioni per essere concreti, per fare le cose che interessano i cittadini. Detto questo, anche di fronte a serie difficoltà, persone responsabili cercano di superarle prima di mandare tutto all’aria”.

Qual è il futuro di Matteo Bianchi?
“Per ora quello di parlamentare. Dopo di che è vero che il lavoro che sento mio è all’interno delle autonomie locali. Se dovessi decidere da solo farei in modo che il mio futuro sia più vicino a casa, radicato sul territorio”.

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