Cassano Magnago, aggredì il padre: due anni e mezzo al figlio violento

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CASSANO MAGNAGO  – Due anni e mezzo di reclusione per il figlio violento di Cassano Magnago. L’uomo, 45 anni, è stato infatti condannato nelle ultime ore, a Busto Arsizio, dal giudice collegiale Renata Peragallo. Era accusato di tentato omicidio dell’anziano genitore, furto e rapina, ma poi il tribunale ha derubricato le accuse più pesanti trasformandole in lesioni gravi. Secondo il giudice bustese, infatti, il figlio non aveva alcuna intenzione di uccidere il padre. I fatti sono stati ridimensionati, ma la sentenza di condanna è puntualmente arrivata. L’episodio oggetto di contestazione risale al 10 di gennaio.

La dinamica

Secondo la ricostruzione sommaria dei fatti, padre e figlio iniziarono a litigare a causa delle continue e pressanti richieste economiche del primo nei confronti dell’anziano genitore. Probabilmente le richieste di soldi erano collegate ad acquisti di sostanze stupefacenti di cui il figlio avrebbe fatto uso. Sempre stando alla ricostruzione effettuata dal Pm Rossella Incardona, sulla base delle risultanze investigative, l’uomo fu arrestato in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip, Piera Bossi. Il figlio, animato da furia cieca, avrebbe colpito il padre violentemente, prendendolo alle spalle mentre stava stendendo i panni appena lavati. Avrebbe poi tentato di soffocarlo con un guinzaglio. E poi lo avrebbe colpito anche con un martello. Si tratta, tuttavia, di particolari venuti meno durante la fase dibattimentale.

“Non volevo uccidere mio padre”

Al Giudice per le indagini preliminari, il 45enne aveva già spiegato di non aver avuto alcuna intenzione omicida, ma che i rapporti col padre si erano fatto sempre più tesi dopo la morta della mamma. Una tesi alla quale il collegio ha creduto ed è per questo motivo che l’accusa di tentato omicidio è caduta, insieme alle altre accuse di furto e rapina.

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