“C’erano una volta le Fornaci”: percorsi tra storia e natura alla scoperta di Ispra

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ISPRA – Immergersi nella storia di Ispra, godendo dei suoi suggestivi paesaggi: sarà possibile farlo a “C’erano una volta le Fornaci”, appuntamento speciale organizzato dal Comune insieme ad alcune associazioni locali per accompagnare, su percorsi immersi nella natura e sul lago, turisti e visitatori alla scoperta delle Fornaci. L’evento, che si svolgerà sabato 28 e domenica 29 settembre (in caso di maltempo sarà rinviata a sabato 12 e domenica 13 ottobre), consentirà di rivivere, a distanza di quasi due secoli, l’epoca della produzione della calce nei forni presenti sul territorio isprese.

Il programma

Punto di partenza per le visite sarà il municipio di Ispra, da cui si svilupperanno due distinti percorsi: l’anello delle Fornaci e il sentiero del Monte del Prete. Dall’ufficio turistico Iat di via Verbano inizieranno invece le gite in barca verso le Fornaci (da prenotare al numero 340/7701219) che porteranno i visitatori alla scoperta della costa isprese. Sono tre i luoghi in cui si potranno trovare allestimenti con foto storiche e opere grafiche: allo Iat, in piazza Locatelli e in municipio dove, nei giardini antistanti, ci sarà un punto informazioni per chi volesse intraprendere autonomamente gli itinerari. Alle passeggiate guidate (sabato alle 14 e alle 16, domenica alle 10.30 e alle 15) e alle gite in barca (alle 14 in entrambe le giornate) saranno affiancati il percorso sul Monte del Prete (con la presentazione del progetto di recupero botanico) e il concerto di fine estate, domenica alle 21 in oratorio, con il Corpo Musicale Isprese e la Filarmonica indunese. In centro saranno inoltre proposti percorsi enogastronomici dedicati a cura dei commercianti ispresi.

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Calce, minatori ed esplosivi

La calce, nota sin dall’antichità, non serviva solo per le costruzioni, ma era anche un ottimo disinfettante e concime per l’agricoltura. Indispensabile per la concia della pelle, si utilizzava anche per la realizzazione della ceramica. Il territorio di Ispra abbondava di calcare, roccia sedimentaria ricca di carbonato di calcio: si ha notizia che già nel XIV secolo una sua fornace fornì calce alla Fabbriceria del Duomo di Milano.
Intorno alla metà dell’Ottocento, lungo il versante a lago, furono aperte le prime cave e, in corrispondenza di queste, si costruirono più in basso, sulla riva, le fornaci con i relativi moli per l’attracco dei barconi adibiti al trasporto. In cava, minatori abilitati all’uso di esplosivi spaccavano la roccia. Il materiale staccato in grandi massi dalle mine, veniva spezzato e lavorato successivamente con “petardi“, cioè cariche esplodenti più piccole. Si usavano anche attrezzi manuali, e finalmente il calcare veniva smistato secondo la qualità e inviato al forno.
A inizio Novecento erano occupati a Ispra, nelle diverse specializzazioni, circa cento operai con paga regolare e ciò aveva una sensibile ricaduta sull’economia del paese. Nel 1912 le fornaci del paese producevano la quasi totalità del materiale necessario alle costruzioni nel Milanese e in buona parte del Piemonte. La produzione non era limitata alla calce: andava di pari passo quella della ghiaia. Fu la forte affermazione del cemento che, dalla prima metà del Novecento, innestò il processo di decadimento che portò allo spegnimento graduale di tutti i forni. Il 16 dicembre 1960 cessava l’attività dell’ultima fornace.

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