Forza Italia sotto shock e senza una guida: «Ma tra noi tante persone oneste»

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BUSTO ARSIZIO – «Non è che ora ci sia solo merda. Il partito c’è. E dentro a Forza Italia c’è ancora tanta gente per bene, che continua a fare il proprio dovere, politica in maniera onesta e ad amministrare». L’inchiesta Mensa dei poveri ha fatto crollare Forza Italia. E sotto ci sono rimasti pezzi importanti del partito. Non tutti però. E sono proprio questi che cercano di superare lo shock e non nascondono la preoccupazione di un’indagine che ha già lasciato segni pesanti sul partito e una serie di dubbi che al momento non trovano risposta. Primo tra tutti: chi sono oggi i referenti di Forza Italia in provincia di Varese.

Un partito senza guida

A oggi Forza Italia appare un partito senza più una guida. E i primi a essere smarriti sono proprio i forzisti. Sono loro, molti dei quali impegnati nelle campagna elettorale delle prossime comunali, a non sapere non chi interfacciarsi. Con i vice coordinatori? Forse. Ma quali, visto che dopo il congresso di sabato 4 maggio a Samarate le cariche di quello che avrebbe dovuto essere il nuovo direttivo di Forza Italia sono state solo ipotizzate e mai ufficializzate. In ogni caso nessuno si prende la briga di esporsi.

C’è anche chi un’idea chiara in mezzo a tanta confusione ce l’ha: Maria Stella Gelmini e Lara Comi. «Da loro stiamo aspettando indicazioni». Che arrivano  dalla stessa Comi, la quale, raggiunta via telefono, oggi pomeriggio, 9 maggio, da Malpensa 24, dà il primo segnale: «Presto daremo una risposta sia a livello regionale, sia provinciale. Ci vorrà ancora qualche giorno, ma prenderemo una decisione». La candidata azzurra all’Europarlamento non si sbilancia se in provincia di Varese arriverà un commissario esterno o se la guida di Forza Italia sarà politica: «Stiamo valutando. Per ora posso solo dire che tutti gli impegni elettorali sono confermati. Ci siamo. E sono confermati anche i gazebo e le presenze». Insomma l’ex coordinatrice tira dritto: si continua lavorare pancia a terra.

Mute le chat azzurre

Silenzio. C’è poco voglia di parlare e zero di commentare. Almeno ufficialmente. I virgolettati a ben guardare non mancano. Ma nessuno ha di fatto un “padre”. La preoccupazione di quel che sarà però, dentro a Forza Italia, ha tanti figli. Che a oggi non sanno come il partito si comporterà rispetto alle società pubbliche colpite dall’indagine, al caso Accam per restare a Busto Arsizio e più in generale quale sarà la linea da tenere in questa campagna elettorale che di colpo è diventata, oltre che complicatissima, anche surreale. Uno smarrimento generale. Confermato, almeno secondo alcune confidenze, dal fatto che da un paio di giorni le varie chat, di solito calde di messaggi, soprattutto sotto elezioni, sono diventate silenziose. Più nessuno scrive. Forse perché c’è davvero poca voglia di parlare. O forse perché la cascata di intercettazioni ha trasformato gli smartphone in un oggetto demoniaco, dal quale stare il più possibile alla larga.

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