Forza Italia si è liberata di Agorà? Intanto si festeggia il compleanno del mullah

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Nela foto la festa di compleanno di Cainaiello dell'anno scorso a Solbiate Arno con Palumbo, Pedroni, Comi e Giusy Versace

VARESE – Di nuovo c’era solo la sede. Per il resto i soliti volti noti. Alcuni sulla ribalta politica da anni, altri “cavalli” di ritorno che si sono messi (o sono stati messi) in un angolo o in soffitta per un periodo più o meno lungo. Insomma la nuova casa di Forza Italia può essere un punto fermo per la ripartenza, ma non basta (come non bastano le parole) per dire “abbiamo voltato pagina”. E i primi a notarlo sono stati alcuni forzisti presenti ieri, venerdì 13 dicembre, all’inaugurazione della nuova sede del partito in via Marcobi a Varese.

Chi si è spostato?

Domanda lecita se si scorrono i nomi del nuovo direttivo provinciale del partito. Interrogativo che qualcuno, lontano dagli interventi ufficiali, pone e al quale dà anche una risposta: «Pensavo che si fosse spostata Forza Italia, invece pare che sia stata Agorà a fare il trasloco». E siccome chiedere è lecito e rispondere è cortesia, chiediamo di chiarire il senso di quella che sembra una provocazione, ma che in realtà assume i contorni di un tema forse non ancora del tutto risolto tra i berlusconiani. «Scorriamo i nomi del direttivo – dice il nostro interlocutore forzista – tra le cariche elettive, ma non potrebbe essere altrimenti, c’è tanta Agorà. Il consigliere regionale Angelo Palumbo (ieri assente ndr), quelli provinciali Simone Longhini e Marco Riganti, i coordinatori di Varese Roberto Leonardi e Agostino De Marco. Perfino Giuseppe Taldone. Ma l’elenco si allunga se guardiamo gli incarichi affidati nel direttivo: Orazio Tallarida, Davide Pagani, Ornella Ruspini, Rosario Tramontana e perfino Milena Melato e Massimo Bossi, entrambi tra i soci fondatori dell’associazione e la Melato è anche vice presidente».

Simbiosi inscindibile

Lì si ferma la constatazione. Difficile quindi dire se la conclusione del forzista è che il partito è ancora nella mani dell’associazione fondata da Nino Caianiello oppure se era solo la presa d’atto di quanto sia complesso, per Forza Italia in provincia di Varese, scindere in maniera netta il partito dall’associazione. Per la storia. Si tenga infatti conto che Agorà nasce per essere la mente forzista, nel senso che in quanto associazione culturale avrebbe dovuto stimolare il dibattito politico (interno e non solo) su temi per lo più di attualità legati al territorio. Ma nel giro di poco tempo finisce per essere anche il braccio di Forza Italia, dando vita di fatto a una simbiosi ancor oggi, e dopo le note vicende giudiziarie, inscindibile. Nonostante lo sforzo messo in campo dal commissario Giacomo Caliendo, il quale ha sempre detto, fin dal suo esordio in terra Varesotta, di voler marcare la differenza tra le due entità.

Che ne sarà di Agorà

E questo l’altro tema che trasversalmente attraversa il partito. Di voci nelle settimane della buriana politico – giudiziaria ne sono girate parecchie sul destino di Agorà. Ad un certo punto erano in molti a ipotizzare una transumanza nell’Italia viva di Renzi annunciata, ma che non era nata. Invece nulla, perché in realtà gli uomini di Agorà, in apparenza, non si sono più mossi. Piuttosto si sono messi alla finestra per vedere cosa accade di un partito, Forza Italia, che in qualche modo ha cercato o cerca di “metterli sotto al tappeto” e che sembra sempre più appeso al filo delle decisioni del suo leader maximo Berlusconi.

Gli auguri come ai bei tempi

Ma osservare, in politica, non significa restare immobili. Tanto che, sempre ieri, e sempre lontano dal tavolo dei relatori ufficiali c’era chi parlava di una data, di un ristorante e di un compleanno. La data è quella di domani, domenica 15 dicembre, il ristorante è il Babilon di Castiglione Olona e il compleanno è quello di Nino Caianiello. Non ci saranno centinaia di commensali come accadeva quando il dominus forzista era all’apice del suo fulgore politico e forse non ci sarà nemmeno il karaoke finale. Ma un gruppo di amici, «non pochi» assicura qualcuno, forse per parlare anche del futuro di Agora, certamente per festeggiare i 62 anni del mullah, che evidentemente non ha mai perso gli amici più fedeli. Nonostante tutto.

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