«Greenwashing, l’impegno per l’ambiente a Gallarate si riduce a questo»

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Greenwashing. Ovvero dare una pennellata di verde sopra ciò che generalmente danneggia l’ambiente per farlo sembrare meno nocivo. Questa mi sembra una attività cui la giunta Cassani si stia ampiamente dedicando in questi frangenti di campagna elettorale. Scrivo queste righe da padre preoccupato e da persona che deciso di mettere il gigantesco problema della sostenibilità ambientale al centro del proprio stile di vita e della propria attività professionale, prima che da persona impegnata in politica. E proprio per questo impegno cui ho deciso di dedicare gran parte dei miei sforzi, imponendomi di portarlo avanti con tutta l’intelligenza, la coerenza e la creatività di cui dispongo, non posso che accogliere certe dichiarazioni con rabbia, indignazione, sconforto. Se io fossi un amministratore che deve andare a celebrare la giornata della Terra di fronte a bambini che hanno la maggior parte della vita davanti (e che certamente hanno una consapevolezza delle gravità della crisi climatica maggiore rispetto a quella di gran parte degli adulti, sindaco e assessori compresi) non so cosa riuscirei a dire. Di certo non potrei mentire circa l’impegno di oggi e un futuro assicurato: i bambini di oggi sono proiettati verso un mondo inospitale, spaventosamente diverso da quello che conosciamo e gli adulti non stanno facendo abbastanza – meglio, non stanno facendo nulla – per evitare che questo avvenga. Di certo avrei difficoltà a parlare loro di cura, rispetto e vigilanza quando, passata la giornata della Terra, l’esempio costante che hanno di fronte è di segno opposto, a partire dall’auto inutilmente grande, parcheggiata indisturbata sul marciapiede, che li viene a ritirare. Di certo non avrei la faccia di tolla di vantarmi di far parte di una amministrazione attenta all’ambiente se nei cinque anni precedenti non solo avessi prestato scarsa attenzione a questi temi o ignorato ogni proposta che veniva dalle opposizioni, ma addirittura implementato politiche decisamente e incontrovertibilmente insostenibili. In campo urbanistico, ad esempio (votando un PGT che apriva le porte alla cementificazione di centinaia di migliaia di metri quadrati di suolo), o della mobilità, relegando sistematicamente al ruolo di cenerentole le soluzioni sostenibili. Promuovere l’uso dell’automobile sempre e comunque e verso dovunque e poi piantare cento piantine e mille cespugli è poco green e molto, molto, ipocrita. La lotta per l’ambiente, per la nostra casa comune, per il futuro delle persone che devono passare ancora qualche decennio su questo pianeta malato non può ridursi alla passerella di un giorno e al giardinaggio in un paesaggio devastato. Deve essere uno sforzo di cambiamento radicale e corale che ispira ogni nostro atto, personale, sociale e politico. Soprattutto è qualcosa che va messo in campo qui e ora, perché domani sarà irrimediabilmente tardi.

Davide Ferrari
(segretario Partito democratico Gallarate)

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