Ladri sorpresi durante il furto a Gallarate: botte al padrone di casa. Uno in manette

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GALLARATE – Svaligia un appartamento ai Ronchi. Poi picchia il padrone di casa e aggredisce i carabinieri: arrestato. Era latitante dal 2017: su di lui pendevano due provvedimenti del tribunale e della Corte d’Appello di Venezia e un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Treviso. Tra i precedenti furto, reati connessi allo spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale. In manette un albanese di 43 anni, senza fissa dimora e con un curriculum di spessore alle spalle.

Il padrone di casa preso a pugni

Le manette sono scattate nel pomeriggio di ieri, sabato primo febbraio. In zona Ronchi i due proprietari dell’abitazione presa di mira sono rincasati mentre i ladri erano al lavoro. La coppia ha sentito suonare l’allarme antifurto e ha pensato si trattasse di una finestra chiusa male, come può capitare a chiunque. I due, però, prima di entrare in casa hanno notato delle luci all’interno dell’appartamento. E hanno capito che non si trattava di un falso allarme: c’era un furto in corso. Hanno immediatamente chiamato il 112. Nel frattempo i due ladri hanno cercato di scappare a gambe levate. Il padrone di casa ha cercato di bloccare il 43enne poi arrestato: il malvivente non si è fatto alcuno scrupolo e ha sferrato al malcapitato un pugno in faccia per poter continuare la fuga. Il complice ce l’ha fatta, anche se i carabinieri sarebbero già sulle sue tracce.

Ha aggredito anche i carabinieri

Lui invece no: i militari del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Gallarate, infatti, sono arrivati in pochi minuti. L’albanese stava ancora cercando di scavalcare la recinzione. Il ladro non si è fatto scoraggiare dalla presenza dell’Arma e si è scagliato contro i carabinieri mulinando calci e pugni. E’ stato bloccato e arrestato d’intesa con il pubblico ministero di turno. E’ in carcere con le accuse di rapina, furto aggravato e resistenza. Addosso gli inquirenti gli hanno trovato tutta una serie di arnesi da scasso (anche il piccolo flessibile nella foto), una ricetrasmittente per comunicare con il complice e parte della refurtiva. Gioielli il cui valore si aggirerebbe sui mille euro circa, anche se l’importo esatto è ancora in fase di quantificazione.

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