Gallarate, il centrosinistra attacca il dg dell’ospedale Porfido: «Dimissioni immediate»

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GALLARATE – «Dimissioni immediate» per il direttore generale dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido. Le chiedono il Partito democratico, Città è Vita e la lista civica Silvestrini all’indomani della prima seduta della Commissione Sanità che ha messo in luce le difficoltà dell’ospedale di Gallarate attraverso le risposte del dg, ritenute insufficienti da parte dei tre gruppi di opposizione. 

La nota integrale 

Di seguito la nota integrale firmata dai componenti dei gruppi consigliari di Partito democratico, Città è Vita e lista civica Silvestrini: 

Ieri sera nella prima seduta della commissione ospedale il Direttore Generale della ASST Valle Olona ha detto che le ragioni delle attuali gravissimi difficoltà dell’ospedale di Gallarate sono imputabili alla programmazione erronea dello Stato e della Regione.

Insomma, a tutti tranne che a lui.

Porfido nella sua relazione ha parlato inizialmente solo del futuribile ospedale nuovo, mostrando dati già noti che magnificano la struttura futura. In nessun modo ha però spiegato ai cittadini come garantirà un servizio sanitario accettabile nei 7 anni e 6 mesi che nella migliore delle ipotesi occorreranno a costruirlo.

Solo dopo sollecito del sindaco ha integrato la relazione iniziale parlando della difficoltà a reperire specialisti, al blocco dell’operazione di importazione di medici extracomunitari -imputabile allo Stato-, della riduzione delle disponibilità finanziarie, del suo tentativo di rigraduare gli incarichi e di omogeneizzare nuove articolazioni amministrative.

A seguito delle domande di esperti e consiglieri non ha mai risposto puntualmente.

Nulla ha detto circa la corrispondenza o meno al vero della fuga di medici che si verifica a Gallarate con percentuali più alte che in tutta la Regione, riferita dallo studio dell’associazione ANAAO pubblicato lo scorso8 aprile. Sul punto ha affermato che Gallarate, come Savona, non è attrattiva perché sconta il fatto di non essere legata all’università, dimenticando che nei moltissimi ospedali lombardi in cui analoga situazione si verifica non vi è la stessa corsa alle dimissioni dei medici che c’è qui, secondo i dati pubblicati pochi giorni fa.

Circa le difficoltà della diabetologia dapprima non ha risposto e solo dopo l’incalzare delle domande di colleghi medici ha riferito che ci sta lavorando e che il problema a livello infermieristico non esisterebbe più. Circa la riorganizzazione della psichiatria non ha risposto alle domande.

Ha però lamentato come le difficoltà siano addebitabili alla concorrenza delle realtà private che, a suo dire, garantirebbero addirittura premi ai propri dipendenti nel caso riescano a portare dal pubblico nuovi medici (!?!). Speriamo che abbia segnalato queste sue conoscenze alla Regione e che questa abbia già avviato un’indagine per escludere da qualsiasi convenzionamento realtà che agiscono con aperto intento di depredare gli ospedali pubblici.

Nelle sue argomentazioni non ha in alcun modo considerato quanto possa disincentivare l’ingresso di nuovi medici l’obbligo di turnazione in pronto soccorso, né come il finanziamento di progetti possa aiutare a dare prospettive professionalmente interessanti al personale sanitario.

Ha detto che lui fa i bandi e che se vanno deserti non dipende da lui. Ha invocato una “legge speciale” e sostenuto che la crisi è di sistema, senza che Gallarate faccia nessuna eccezione. In pratica parrebbe che, secondo il D.G., qui all’ospedale di Gallarate non ci sia nessuna difficoltà particolare: siamo noi cittadini a non capire che tutto va come da altre parti, mal comune mezzo gaudio…

Dopo avere meditato le parole del Direttore Generale riteniamo che lo stesso debba dare immediatamente le dimissioni; chiediamo inoltre di poter audire, in commissione, il direttore generale al welfare in Regiome Lombardia.

E’ infatti del tutto assurdo che si insista nel fare guidare la ASST Valle Olona ad un manager chenon riconosce l’esistenza del depotenziamento del Sant’Antonio Abate e che, negando il problema, non dà nessuna proposta se non quella di una nuova bellissima struttura fra 7 e mezzo. Struttura meravigliosa che sarà del tutto inutile se priva di personale sanitario adeguato.

Le dimissioni saranno di sollievo alle tasche del Direttore Generale che, come ha detto ieri riferendo del commento dei suoi colleghi del settore privato al suo emolumento, potrà percepire un reddito più adeguato degli attuali 140.000 euro lordi presso qualsiasi struttura privata, e consentiranno a Regione Lombardia di erogare tale “esiguo” stipendio a un soggetto che prenda atto della disastrosa realtà che stanno vivendo i

pazienti e le loro famiglie a causa della fuga dei medici dal nostro ospedale e che abbia qualche idea per risolvere il problema.

A proposito di Regione Lombardia, qualora il Direttore Generale non ritenesse di dimettersi pensiamo che debba essere lei ha rimuoverlo dall’incarico prendendo atto della cruda realtà e degli errori compiuti. Non basta infatti emettere DGR e fare roboanti dichiarazioni sull’ospedale del futuro; occorre fare qualcosa immediatamente per garantire un servizio sanitario decente ai nostri cittadini, partendo dal sostegno ai medici di base, dal potenziamento dei servizi ai cronici e dalla tutela delle realtà, come Gallarate, che stanno vedendo consumarsi la fuga dei camici bianchi.

Occorre, infine, realizzare l’offerta sanitaria territoriale – case di comunità ed ospedali di comunità – la cui realizzazione, secondo le nuove direttive regionali, rientra nelle sue competenze, e senza la quale il migliore degli ospedali è destinato alla inadeguatezza.

Le conferenze stampa sulle eccellenze lombarde e gli accordi di programma non risolvono le file di attesa infinite e la mancata risposta sanitaria alle cronicità. E sulla salute noi cittadini attendiamo risposte, non dichiarazioni di intenti.

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