Palazzina “rovente” a Gallarate: prostituzione e telecamera bruciata. Tutti assolti

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GALLARATE – Era accusato di aver dato fuoco alla telecamera che aveva immortalato il via vai di persone che frequentavano l’appartamento nel quale si sospettava ci fossero delle prostitute. I fatti risalgono al 2014, ma nelle ultime ore il tribunale collegiale di Busto Arsizio ha assolto i due imputati, una cinese accusata di favoreggiamento della prostituzione e un italiano che, invece, doveva rispondere del danneggiamento della telecamera.

Imputati una cinese e un italiano

Una vicenda curiosa che nella mattinata di oggi, giovedì 12 luglio, ha visto la chiusura del cerchio con la sentenza di assoluzione. “Con la telecamera – ha raccontato in aula la proprietaria dell’appartamento vandalizzato – si vedeva un tipo con l’accendino che dava fuoco all’apparecchio. Alla seconda telecamera, quella che stava di fronte, hanno tagliato i fili, ma in realtà non era alimentata dall’elettricità. Era una telecamera finta. Dopo qualche tempo mi era stato inviato dallo studio dell’avvocato un assegno da 150 euro a titolo risarcitorio, ma secondo me non era un importo sufficiente. Io, peraltro, non volevo alcun risarcimento, volevo solo che nel mio appartamento tornasse il sereno e non volevo più vivere in quell’angoscia”.
I fatti erano avvenuti all’ottavo piano di una palazzina di Gallarate. Da una parte l’appartamento con le telecamere utilizzate per riprendere il trambusto, dall’altra l’alloggio dove si svolgeva la presunta attività di prostituzione. Alla fine, però, il tribunale non ha ravvisato evidentemente gli elementi necessari per giungere a una condanna dei due imputati, che sono stati assolti.

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