Gallarate, Pd e CèV: «La variante al Pgt è a rischio invalidità. Approvarla è da folli»

Variante pgt gallarate

GALLARATE – Approvare tra dieci giorni la variante al Pgt in queste condizioni, dice Giovanni Pignataro (Pd), «è da folli». Il Piano infatti, spiega l’ex sindaco Edoardo Guenzani (Città è vita), «così com’è non è approvabile. Fossi un amministratore andrei con i piedi di piombo perché si rischiano una marea di ricorsi». Il lungo lavoro compiuto negli ultimi mesi dall’assessore di Gallarate Alessandro Petrone (Forza Italia) per ridisegnare il futuro urbanistico della città rischia seriamente, secondo le opposizioni, di essere nullo. Per questo motivo, «da opposizioni responsabili», chiediamo di aspettare il parere di Regione Lombardia – «che sappiamo sta compiendo degli approfondimenti» – prima di portare la variante in consiglio comunale per il voto.

Bilancio ecologico positivo

Perché la variante rischia di essere nulla? La spiegazione non è di facile comprensione, ma in sintesi si può dire che per adottare una variante è necessario, secondo la legge regionale, che il bilancio ecologico sia positivo, ovvero che ci sia minore consumo di suolo rispetto al Piano precedente. Petrone, come parametro di confronto ha preso il Pgt Bossi del 2011, avendo così un saldo negativo pari 434.666 metri quadrati. Secondo Pd e CèV, però, il parametro doveva essere la Variante Pignataro del 2014, al momento dell’entrata in vigore della legge regionale già adottata dal consiglio comunale ma non ancora approvata. Se così fosse, il saldo sarebbe positivo per circa 52mila quadrati, ovvero l’assessore di Forza Italia prevedrebbe per Gallarate 52mila metri quadrati in più di cemento rispetto alla pianificazione della precedente amministrazione, in netto contrasto con la legge regionale approvata durante il quinquennio Maroni. Dunque, non approvabile.

Che fare?

La legge regionale in vigore, spiega il consigliere lombardo Samuele Astuti (Pd), è «stata scritta male e in fretta. Il caso sollevato qui a Gallarate è l’ennesimo vulnus a cui chiediamo ora di porre rimedio in tempi celeri, o con l’ennesima modifica della legge o quantomeno con una circolare interpretativa». Secondo Pignataro e Guenzani, è palese che il confronto debba essere fatto con la variante 2014 («dal momento dell’adozione si applica il regime di salvaguardia con doppia applicazione delle norme adottate e di quelle previgenti»), ma siccome non si vogliono sostituire al legislatore, chiedono alla giunta Cassani di posticipare la votazione in aula (prevista per il 25 febbraio) fino a che Regione non farà chiarezza. «Siamo certi che l’assessore predicherà ottimismo e si affretterà a dire che è tutto in regola», concludono i consigliere di Pd e CèV. «Ma i suoi pareri legali non ci interessano, vogliamo che sia Regione a esprimersi».

Variante pgt gallarate – MALPENSA