«La pulizia sulle sponde dell’Arnetta di Gallarate è uno scempio ambientale»

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L’ultimo tratto dell’ex torrente Arno a Gallarate, nei pressi dell’Autostrada A8 Milano Laghi,(dico ex  torrente perché, ridotto  com’è ,ormai  è qualificabile come canale scolmatore Arno), nei giorni scorsi è stato privato della sua naturale vegetazione presente da tempo immemore con l’unico scopo, cosi come succede per molti  boschi e faggeti, di ricavare materiale per camini, stufe e centrali a biomassa. Sono le cosiddette energie rinnovabili, diventate un dogma inculcato nelle menti delle nuove generazioni sin dalle scuole elementari. Mentre all’estero, lungo strade ed autostrade, si creano barriere di vegetazione allo scopo di mitigare l’inquinamento acustico ed atmosferico, qui una naturale barriera  vegetativa è stata completamente eliminata in un punto in cui il corso d’acqua non ha dato mai, dicasi mai, problemi.

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Ciò che più mi rammarica, oltre ad aver perso un ricordo della mia infanzia, perché lungo quelle sponde un tempo contornate di prati ho trascorso ore di svago con i miei compagni di scuola, è leggere le parole addirittura di compiacimento di chi dovrebbe tutelare il verde cittadino e il tentativo di far passare il taglio di piante d’alto fusto come pulizia dagli arbusti, alberi sui quali molto probabilmente c’erano nidi, considerato il periodo.

Concludo dicendo che il percorso alberato dell’Arnetta,  come viene comunemente chiamata, è un patrimonio da salvare e non da devastare soprattutto nel cementificato centro cittadino,  perché contribuisce ad abbellire, ombreggiare, rinfrescare, purificare, profumare l’aria  con le robinie in fiore, ed è l’habitat ideale degli uccelli che allietano con il loro canto la primavera.

Renato Rovelli 

Pulizia nell’Arnetta a Gallarate. Via monsignor Macchi chiusa per 5 giorni

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