Piano anti-Covid: in Lombardia tamponi prenotabili anche dai medici di base

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Giulio Gallera, assessore lombardo al Welfare

MILANO – “Novità importanti per la rete dell’assistenza territoriale in relazione agli aspetti di sorveglianza epidemiologica, al monitoraggio e alla tempestiva presa in carico dei casi positivi al fine di contrastare la diffusione del Covid 19”.  L’assessore al Welfare Giulio Gallera sintetizza così le finalità ‘Piano operativo’ varato oggi, 5 agosto, dalla Giunta regionale, che completa il quadro delle azioni anti Covid programmate e messe in atto da Regione Lombardia in questi mesi. Un ‘Piano’ elaborato a seguito di un approfondito confronto con i rappresentanti degli Ordini dei Medici e degli Infermieri, dei Sindacati Confederali lombardi, dell’ANCI, e con il Comitato Tecnico Scientifico e le Direzioni strategiche delle ATS e delle ASST.

Le segnalazioni

L’attivazione del sistema di monitoraggio avviene attraverso: i datori di lavoro, con la misurazione della temperatura quotidiana dei dipendenti e la successiva segnalazione ai medici di riferimento; il sistema della medicina territoriale (MMG, Pediatri, medici di continuità assistenziale) a seguito del riscontro/segnalazione di sintomatologia sospetta da parte dei cittadini/assistiti.

La diagnosi

“Punto cardine della diagnosi è l’esecuzione dei tamponi, che avviene entro 48 ore dalla segnalazione, per la conferma di un caso – aggiunge l’Assessore Gallera – mentre il contact tracing è l’attività che sta alla base del contenimento dei casi secondari.  Il tampone in ambito extra ospedaliero a partire da settembre verrà prenotato direttamente da parte di Medici di famiglia e di Continuità assistenziale, Pediatri, medici USCA, Medici Competenti, medici delle Strutture socio – sanitarie residenziali, contestualmente alla segnalazione del caso sull’apposito cruscotto informativo’.

I tamponi sono effettuati:

– per diagnosi
– soggetto segnalato come caso sospetto
– contatto di caso individuato a seguito di inchiesta epidemiologica con particolare attenzione ai contatti stretti
– per accertare la guarigione di caso (doppio tampone negativo a distanza di 24 ore)
– per screening

Screening e carotaggi

Le ATS programmano a scopo preventivo l’effettuazione di screening mediante tampone nasofaringeo ai lavoratori impiegati:

– nei comparti agricolo, alberghiero/ricettivo e della ristorazione in prevalenza stagionali, anche tenuto conto delle condizioni abitative temporanee con elevata promiscuità sociale,
– nei poli logistici di distribuzione, stante l’elevata esposizione in territori con diversi profili di rischio epidemiologico;
– nel trasporto pubblico;
– al personale che assiste al domicilio soggetti anziani/fragili (badanti);
– a lavoratori per i quali la ATS rileva contestualmente situazioni di rischio nell’ambito lavorativo e condizioni abitative temporanee con elevata promiscuità sociale;
– al personale sanitario anche convenzionato e socio sanitario come da precedenti indicazioni;

Viene inoltre prevista l’effettuazione di tampone nasofaringeo entro la fine della quarantena a cittadini di rientro da nazioni per le quali vige l’obbligo di quarantena all’arrivo in Italia.  Le ATS organizzano, d’intesa con le ASST, l’esecuzione dei test al domicilio mediante USCA, ADI/ADI COVID-19, infermiere di comunità/di famiglia a seguito delle segnalazioni e delle prenotazioni effettuate.

La sorveglianza

Le ATS effettuano sorveglianza telefonica, almeno ad inizio e fine quarantena, per tutti i casi ed ai contatti stretti, fermo restando il monitoraggio clinico in capo al MMG/PLS anche con sistemi di Telesorveglianza e avvalendosi del supporto della USCA e ADI COVID-19.

Isolamento

‘L’isolamento dei casi sospetti e successivamente accertati – sottolinea l’assessore Gallera – nonché dei contatti di caso costituisce l’intervento più importante per il controllo dell’insorgenza di casi secondari e quindi di cluster. A fronte delle segnalazioni che pervengono dai diversi soggetti coinvolti, sia dell’area sociale che dell’area sanitaria di inadeguatezza domiciliare delle condizioni necessarie a realizzare il corretto isolamento, l’ATS all’occorrenza ne dispone l’effettuazione presso una struttura dedicata’.

In sintesi si possono pertanto prevedere due tipologie di strutture:

– Strutture alberghiere o simili destinate a soggetti asintomatici/paucisintomatici, autonomi che non hanno condizioni abitative idonee o vivono in comunità, nelle quali è necessario un presidio di sorveglianza sanitaria di base, che non comporta la presenza continuativa medica o infermieristica;
– Strutture residenziali che permettano di assistere pazienti dimessi dall’ospedale o che comunque non possano effettuare l’isolamento domiciliare in condizioni di sicurezza.

Potenziamento e riorganizzazione rete di assistenza territoriale

In ogni territorio di competenza, le Agenzie per la Tutela della Salute, attivano e assumono la direzione dello specifico tavolo di Coordinamento per la Rete Territoriale (CRT) nel quale sono rappresentati le diverse componenti, anche professionali, dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria pubblica e privata accreditata, le rappresentanti della Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, i Comuni e i Piani di Zona, prevedendo delle articolazioni legate ad una suddivisione territoriale di minori dimensioni (rif. Distretto).

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