Gallarate, il legale dei Sinti: «Al Tar vinciamo noi. Ci hanno già dato ragione»

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GALLARATE -«Il sindaco Andrea Cassani evidentemente si è fermato alle prime righe dell’ordinanza. Esulta perché non deve aver compreso che i giudici ci hanno dato ragione». Pietro Romano, avvocato dei Sinti sgomberati dall’area di via Lazzaretto puntualizza. Quel «3 a 0 per noi» annunciato da Cassani dopo il rigetto del tribunale civile del ricorso presentato con urgenza affinché venga trovata una collocazione ai 70 Sinti rimasti per strada, non gli va giù.

«Eccesso di potere»

In tutto otto pagine di rimandi. Il tribunale articola e precisa: «Un’azione del Comune volta a rimuovere il campo nomadi in quanto tale, pur in mancanza dell’emissione di un provvedimento espresso di sgombero del campo in quanto tale». Il punto nodale che rimarcano i giudici è che l’amministrazione ha eseguito uno «sgombero del campo e non altro». Un abuso edilizio. M stando ai giudici c’è dell’altro: «l’Italia è vincolata alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che riconosce una particolare posizione alle minoranze nomadi». L’ordinanza entra nel merito di data e modalità dello sgombero a tutti gli interessati, la garanzia del contraddittorio, e la «predisposizione di adeguate alternative abitative», con «garanzia della vita familiare e dei diritti fondamentali». Tutte garanzie che, dice convintamente Romano, «non sono stare rispettate. Il Comune si è comportato, così dicono i giudici, in eccesso di potere». L’amministrazione, scrivono i giudici, «può individuare soluzioni differenti e differenti livelli di tutela». Di fatto, però, il ricorso è stato rigettato. Ma Romano conclude: «Abbiamo elementi concreti per ricorrere al Tar».

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