SARONNO – Se a Busto Arsizio opera il benefattore anonimo che, ogni anno, versa assegni ad alcune associazione benefiche, la politica italiana ha il suo benefattore conosciuto. E’ l’imprenditore saronnese Gianfranco Librandi, già parlamentare renziano, all’inizio contiguo a Forza Italia, poi al Pdl e quindi a Scelta Civica, poi piddino, poi renziano, poi, alle elezioni di settembre, candidato di + Europa. Gli elettori del collegio di Milano dove Librandi si è presentato per uno scranno alla Camera non l’hanno premiato, ma tutto sommato è un particolare secondario.
Librandi, la politica la pratica in tanti molti. Per esempio, col libretto degli assegni. Secondo 7, il settimanale del Corriere della Sera, di recente ha versato 60mila euro al Partito democratico. Ma dopo una serie di regalie, tutte documentate e, quindi alla luce del sole, ad altre formazioni politiche. Perché lo fa? Lui spiega: “Non ci vedo niente di male. Ho finanziato la politica sperando di dare all’Italia una situazione di stabilità”. Insomma, contributi a tutti i suoi amici o presunti tali. + Europa, che l’ha preso a bordo dopo il niet di Azione/Italia Viva, ha ricevuto 100mila euro. Ma l’elargizione più consistente è quella di Open, la Fondazione di Matteo Renzi (oggi liquidata), con la cifra stratosferica di 800mila euro.
Insomma, un vero e proprio mecenate: una volta i ricchi finanziavano gli artisti, oggi la politica e, in alcuni casi, anche la politichetta. Ma lui non si scompone e, a quanto si dice in giro, è già pronto per un’altra avventura elettorale. Un posto in Regione Lombardia? Ma no, molto di più: in Europa. Stavolta con la casacca di Matteo Renzi, che pare gli abbia già promesso un risarcimento (politico) per la mancata candidatura di settembre. A quanto pare, però, a non volerlo in squadra sarebbe stato Carlo Calenda. Al quale, Renzi, ha sacrificato Librandi.