Gigi Farioli lancia Forza Italia del Nord: «Ritrovare identità e affidabilità»

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VARESE – Soffre davanti alle difficoltà in cui si sta dibattendo Forza Italia, il partito che da una vita incarna i valori politici in cui ha sempre creduto. Soffre, ma non si rassegna, e continua a credere in un futuro fatto di ideali liberali, cristiani e riformisti. E nella possibilità che Forza Italia, come un’Araba Fenice, possa rinascere, rigenerarsi e generare entusiasmo in quell’elettorato che in tanti etichettano come “moderato”, e oggi non ha un tetto politico sotto il quale riconoscersi.

Gigi Farioli, già due volte sindaco di Busto Arsizio, e prima ancora consigliere regionale e punto riferimento per il partito di Berlusconi, riveste, oltre che il ruolo di assessore a Palazzo Gilardoni, anche l’incarico politico di commissario di Forza Italia a Busto e Gallarate. Ed è pronto, in occasione della Leopolda azzurra, a lanciare la proposta di una Forza Italia del Nord.

Farioli, il prossimo 5 ottobre ci sarà quella che è stata definita la “Leopolda” di Forza Italia. Lei ha sostenuto che si tratta di un qualcosa di nuovo per il partito. Ma è davvero così? 
«Certo. E’ una cosa fortemente nuova e si inserisce nel cambiamento radicale di una forza politica che ha una propria storia gloriosa, è stata il perno della politica del nostro Paese e del sentimento degli italiani ma oggi è in difficoltà».

D’accordo, ma dove sta la novità? Nel format? 
«Nel format, certo, poiché è la prima volta che viene organizzato un incontro aperto in cui ognuno può portare il proprio contributo di idee e anche di critica. Ma non solo. Oggi si avverte in maniera sempre più forte la necessità di pensare a una Forza Italia nuova e di una destra che sia liberale, cristiana e riformista».

Oggi però la destra è populista e sovranista. Davvero pensa che ci sia spazio per la Forza Italia che ha in mente? 
«Partiamo col dire che il 5 ottobre non sarà una seduta di psicoanalisi collettiva, bensì una grande occasione di ascolto. La nuova Forza Italia non potrà e non dovrà esaurirsi nella destra sovranista e populista per due motivi: i valori fondanti, che restano, e il fatto che le forze sovraniste e populiste hanno dimostrato di non sapere indirizzare il grande consenso in una proposta di governo. Anzi, di buon governo».

Il dibattito interno al partito sta mettendo in discussione anche la leadership di Berlusconi. Può esistere una Forza Italia senza il suo fondatore?
«E’ stato lo stesso Berlusconi, a luglio, ad avere l’intuizione di avviare il rinnovamento, che deve essere profondo e toccare anche la ridefinizione delle regole interne al partito stesso».

La sensazione è che quel che resta di Forza Italia sia divisa tra l’alleanza di centrodestra con la Lega e il dare vita a qualcosa di nuovo con pezzi di Partito democratico. E’ così?
«La realtà è che tra Salvini e Zingaretti esiste un’autostrada che necessita di un’offerta politica credibile. Forza Italia deve innanzitutto tornare a essere autorevole e capace di intercettare quelle aspettative. Appiattirsi su posizioni estremiste, populiste e isolazioniste sarebbe un grave errore».

Quindi da dove si riparte? 
«Dai nostri valori. Ma anche dalla lotta all’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria, da una vision economica di crescita, dalle imprese grandi, medie e piccole. In due parole, dalla “Questione settentrionale”»

Ma non sono le tematiche della Lega? 
«Non sono tematiche di altri, ma piuttosto che altri hanno dimenticato. Il governo gialloverde è stato politicamente squallido e nella mani della forza politica (Cinque Stelle, ndr) della decrescita felice che ha rappresentato e rappresenta un freno a ogni infrastruttura, alla capacità di impresa e all’autonomia. Insomma, su questi temi il bilancio del governo gialloverde è in rosso. E proprio per questo il 5 ottobre, insieme a questi argomenti, porrò sul tavolo l’opportunità di dare vita a una Forza Italia del Nord».

In provincia di Varese la sfida azzurra però è doppia: oltre alle difficoltà politiche ci sono quelle causate dall’inchiesta Mensa dei poveri. Quale sarà il punto di ripartenza sul territorio?
«Il coraggio e l’ambizione di mettersi in discussione e ridefinire regole, modalità, volti e anche nuove possibilità nella Forza Italia che nascerà. Il fatto che la classe dirigente sia uscita segnata e indebolita è motivo di difficoltà, ma anche un’opportunità per una rinnovata volontà di partecipazione».

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