Il futuro dell’ospedale di Gallarate? «Sarebbe un enorme problema il non riutilizzo»

Futuro ospedale gallarate commissione

GALLARATE – Che fine farà il Sant’Antonio Abate con la costruzione del nuovo ospedale unico Busto-Gallarate? Se n’è discusso oggi 16 settembre in Commissione congiunta a Gallarate su richiesta di Regione Lombardia. «E’stato il presidente Attilio Fontana a chiederci di dare un input urbanistico», ha detto il sindaco Andrea Cassani, auspicando una convergenza politica.

Evitare il degrado

Tante le idee messe sul tavolo, ma al momento maggioranza e opposizione sono d’accordo soltanto su un punto: evitare il degrado. «Il non riutilizzo sarebbe un problema enorme», ha detto Giovanni Pignataro (Pd). «Il nuovo si fa solo se ci sono garanzie sul vecchio. Serve una posizione univoca del consiglio, altrimenti la patata rischia di diventare ingestibile». Sulla stessa linea Rocco Longobardi (Gallarate 9.9): «Bisogna decidere prima altrimenti il rischio è che rimanga vuoto per 50 anni».

Il futuro dell’ospedale

Leonardo Martucci (Forza Italia) sogna una doppia riconversione: «Mi piacerebbe che qualcosa dell’università di Varese venisse qui a Gallarate, mentre l’area restante diventasse un parco pubblico». Ma l’ex sindaco Edoardo Guenzani lo ha smontato: «Bisogna essere realisti». E pur auspicando  – così come tutte le forze politiche presenti al tavolo – che una parte consistente dell’area venga riconvertita a verde, ha fatto capire che un investimento privato è l’unica strada per evitare la desolazione. «Gli enti non hanno soldi: il compito dell’amministrazione è dare una linea precisa e poi procedere con una Variante di piano. Noi possiamo dare un indirizzo, ma non sono proprietà nostre. Un concorso di idee potrebbe essere una soluzione. Mi piacerebbe, con le debite proporzioni, fare quello che Milano ha fatto per la riqualificazione della fiera».

Oneri e servizi

Secondo Lozito, obiettivo primario della riconversione dovrà essere quello di «fare entrare oneri di urbanizzazione per il Comune». Per Margherita Silvestrini (Pd), almeno una parte dell’ospedale potrebbe mantenere una funzione sanitaria: «Negli edifici strutturali idonei potrebbero nascere i Presidi sociosanitari territoriali previsti dalla riforma Maroni».

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