Giovanni Capuano: “Possibilità di ripartire? Al 51% si gioca”

 

Il calcio che riparte con la Bundesliga, la bagarre italiana, i diritti televisivi e gli investimenti stranieri in SerieA. Il giornalista di Panorama.it, popolare volto televisivo e voce radiofonica, Giovanni Capuano, ha raccontato il suo punto di vista rispetto alle diverse questioni in ballo.

Dopo le parole di Spadafora, secondo lei, lo scenario italiano è cambiato?

La premessa è che le sue parole vadano sempre riverificate, poiché questo Ministro diverse volte ha detto una cosa per poi smentirsi. Detto questo, il cambio di rotta mi pare sia evidente, netto, forse dettato dalla consapevolezza che non c’è più tempo da perdere e che chiudere il calcio è molto pesante soprattutto da parte di chi sta al Governo. Ho trovato in quelle parole la volontà di dare un segnale chiaro.
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Un segnale di apertura?

Più di così non credo che si potesse dire. Lui avrebbe potuto staccare la spina e dare tutte le responsabilità al mondo del calcio e invece ha fatto l’operazione contraria.

Qual è il dubbio dei club?

I club non vogliono rimettere in piedi il carrozzone senza avere la ragionevole certezza che si possa andare fino in fondo. Riattivare il sistema implica dei costi e quindi si vuole avere una certezza ragionevole che si possa proseguire fino alla fine. La parte del protocollo più complicata è senza dubbio quella della quarantena di squadra che scatterebbe in caso di positività di un solo giocatore, ma credo si possa convergere verso il modello tedesco. Su quella parte del protocollo il Ministro ha, infatti, detto che appena possibile verrà riscritto in forma più flessibile.

Diritti televisivi: le televisioni pagheranno l’ultima rata se non si scenderà in campo?

I club ritengono di essere al sicuro da questo punto di vista per come è stato scritto il bando. La verità è che se non si entra in campo quei soldi credo difficilmente il calcio potrà pensare di riceverli almeno per quel che riguarda le attese tempistiche.

Si parla tanto della cessione della Roma: saltata definitivamente?

Al momento non credo ci siano margini. Il tema è che oggi il calcio produce meno di fatturato e le perdite si sono moltiplicate. Penso che Pallotta dovrà mettere mano al portafoglio per affrontare questo momento, sperando che si possa tornare presto in campo.

Arabi non interessati al calcio italiano, come si spiega?

Il confronto con la Premier non lo reggiamo. Più facile andare verso il Newcastle che non verso un nostro club anche di rango. Anche in Italia però le proprietà straniere hanno iniziato a investire. E poi in Premier ad esempio si può contare sulla maggiore facilità di costruire degli stadi. La burocrazia qui è un limite.

Si torna a giocare oppure no?

Direi che le percentuali sono molto in equilibrio: al 51% credo si possa tornare a giocare, al 49% no. Credo però anche che ciò che abbiamo visto in Germania è uno stimolo, ma anche un vincolo. Non è facile staccare la spina dopo che in Germania sono già ripartiti.

Che impressione ha avuto del ritorno in campo della Bundesliga?

Calcio identico a prima. È chiaro non erano al massimo della forma. Ma alla fine chi doveva vincere lo ha fatto, chi era più forte ha fatto tanti gol. Non mi pare ci siano stati stravolgimenti particolari. Il contesto è quello. È chiaro che non piace neanche a me. Ma la prospettiva è questa e l’alternativa unica è il nulla per tanti mesi. O così o niente. Il resto sono solo cazzate.

Giovanni Capuano Campionato-MALPENSA24