Giro d’Italia. Biniam Girmay scrive una pagina di storia

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JESIBiniam Girmay torna a scrivere un’importante pagina di storia e questa volta si incontra con il Giro d’Italia; il ventiduenne della Intermarchè Wanty Gobert era diventato il primo atleta eritreo a vincere la Gende Wevelgem ed ora diventa anche il primo a trionfare in una tappa della corsa rosa. Sul traguardo di Jesi ha finalmente raggiunto il successo dopo un testa a testa con Mathieu Van Der Poel e prendendosi di fatto la rivincita della prima frazione ungherese in cui erano arrivati a posizioni invertite. Grande classe anche da parte del campione olandese che, accorgendosi di essere battuto, si è alzato a 20 m dal traguardo ed abbracciato immediatamente il rivale complimentandosi con lui. Terza posizione per Vincenzo Albanese.

LA CORSA. La seconda settimana del Giro incomincia con una tappa insidiosa tra l’Abruzzo e le Marche nel segno di Michele Scarponi che verrà ricordato proprio con un passaggio nella sua Filottrano dove è posizionato il secondo traguardo volante. 196 km da Pescara a Jesi per una frazione che è letteralmente spaccata in due: nella prima parte si pedala sul litorale adriatico in pianura, poi si va all’interno per affrontare i terribili muri marchigiani che potrebbero nascondere molte insidie, praticamente una specie di grande classica in cui i favoriti di giornata sono senza ombra di dubbio Mathieu Van Der Poel. 

La corsa parte subito velocissima con scatti e controscatti, a circa 8 km dal via riescono a guadagnare un buon vantaggio Mattia Bais (Drone Hopper Androni) che si getta nell’ennesima fuga in questo Giro e Lawrence Naesen (AG2R Citroen) ai quali poco dopo si aggiunge anche Alessandro De Marchi. Il gruppo lascia andare la via i tre fuggitivi che procedendo con cambi regolari arrivano a guadagnare fino a 6’20” di vantaggio mentre dietro a controllare la situazione rimangono costantemente l’Alpecin Fenix e l’Intermarchè Wanty Gobert intenzionate più che mai a fare la tappa rispettivamente con Mathieu Van Der Poel e Biniam Girmay.

In vista dei primi muri di giornata il gruppo aumenta la velocità dimezzando di fatto il vantaggio dei fuggitivi, il primo ad andare in difficoltà è Caleb Ewan che rimane con un solo compagno ad aiutarlo e nel colle successivo anche Mark Cavendish. A circa un’ottantina di chilometri dal traguardo segnaliamo la caduta di Richard Carapaz che fortunatamente non riporta significative conseguenze e rientra prontamente in gruppo. 

A poco più di 50 km la rottura del cambio ha costretto Van der Poel a perdere un minuto e ad inseguire, mentre poco prima Richard Carapaz è caduto in un tratto in discesa, adagiandosi su un prato e rialzandosi per fortuna senza conseguenze.

Grande emozione a 42 chilometri dalla conclusione con il passaggio da Filottrano, proprio nel punto in cui ha perso la vita Michele Scarponi, davanti al murales dedicato a lui e a Frankie, sinonimo di libertà.

A 32 chilometri, quando il vantaggio si era ridotto ad un solo minuto, Alessandro De Marchi ha lasciato la compagnia di Bais e Naesen andandosene tutto solo. Il tentativo del Rosso di Buja è stato annullato a 21 km dal traguardo dal gruppo sempre tirato da Alpecin e Intermarché.

Sull’ultimo Gpm, quello di Monsano, ritmo infernale della Ineos, poi scatto di Alessandro Covi, risposta di Pozzovivo, attacco in discesa di Nibali con Rota a ruota. Quindi affondo di Yates con Formolo, Van der Poel e Ciccone. E ancora, in un caleidoscopio di tentativo, l’accelerazione di Carapaz marcato da Landa e Bardet. E quindi, la volata…
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Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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