La giunta di Busto e la via dello zen

giunta antonelli busto

Dondola, si piega ma non si spezza. E se sul piano politico questa maggioranza a volte arranca, su quello amministrativo, che poi è forse l’unica cosa che interessa davvero ai cittadini, la giunta Antonelli marcia spedita. Il segreto di questa strana alchimia forse è che la debolezza di ognuno è anche la sua forza. Una teoria quasi zen.

Questo vale per il sindaco Antonelli in primis. Il quale sa (e l’ha sperimentato sulla propria pelle) che nella sua maggioranza non manca chi vorrebbe, e a volte ci prova a fargli uno sgambetto. Come sa che a “tenerlo lì”, più che i “suoi” civici, oggi sono i partiti. Li ha anche ringraziati durante l’inaugurazione della sede di Forza Italia, riconoscendo che sono proprio le compagini politiche di governo che gli permettono di «fare decentemente il sindaco».

Fino a ora Emanuele Antonelli, che certamente diplomatico non è, ha imparato in fretta a usare le leve della politica. Appena sente un refolo di vento e fiuta l’arrivo della tempesta ricorda a tutta la truppa che ad andarsene ci mette meno di zero. Uno spauracchio quella delle fine anticipata della legislature che funziona, trasforma la sua debolezza in forza e cementa la sua posizione. Nessuno, ma proprio nessuno, della compagine di governo, infatti, può permettersi in questo momento di reggere la grande responsabilità di staccare la spina.

Poi c’è la debolezza della Lega. Anche se i numeri e i sondaggi dicono il contrario. Tanto che nel Carroccio bustocco c’è chi, sotto sotto, è convinto che in caso di ritorno alle urne la spinta salviniana diventerebbe anche in città uno tsunami. Un pensiero però che forse non calcola il “rinculo” elettorale che potrebbe avere la “macchia” di aver mandato a casa il sindaco, qualora la colpa ricadesse sul carroccio. Cosa quest’ultima di cui Francesco Speroni ha contezza.

Il segretario cittadino della Lega è un vecchio lupo di mare della politica. La sua esperienza lo induce a non fidarsi fino in fondo dei sondaggi. E tra “l’uovo oggi e la gallina domani”, lui ha scelto il primo. Non lo dice, ma si vede: ascolta i suoi, gli dà corda, annuncia battaglia, ma poi cuce, taglia e medica con il suo principale alleato cittadino. Siamo così a Forza Italia. Forte qui a Busto al punto di essere riuscita a richiamare per l’apertura della nuova sede tantissimi big del partito, ma non quanto servirebbe in questo momento. Gli abboccamenti con i civici extra maggioranza però corroborano la tesi del “siamo forti, ma non abbastanza”.

Politicamente poi la compagine di governo non si fa mancare nulla. Anche la componente civica, che tanto ha contribuito alla vittoria, è ora ridotta ai minimi termini. Eppure pesa. Tanto. In giunta ormai può contare solo su Paola Magugliani. In una situazione normale l’assessore sarebbe il vaso di coccio tra quelli di ferro. In realtà è come quella mela che sta alla base di una pigna di frutta. Sfilarla, in questo momento, potrebbe significare il crollo del castello. Certo si mugugna delle sue intemperanze, si gioca di sponda per farle arrivare i messaggi che così non va, ma non la si tocca.

Allora si va avanti. Con i fari ben accesi, le orecchie ben tese, la calcolatrice alla mano per fare i conti e verificare che ogni volta ci sia la maggioranza  e i telefoni roventi per tirare le fila, evitare assenze dell’ultima ora quando c’è da votare qualche provvedimento importante e disinnescare le trappole. Un lavoro titanico quello delle segreterie, che non potrà certo andare avanti fino a scadenza naturale del mandato. Già dopo le ferie, infatti, c’è l’intenzione di trovare un rimedio, che in politica significa cambiare.Non è detto però che quella sia la soluzione giusta, visto che a oggi la debolezza di ognuno è la forza di tutti.

 

giunta busto zen – MALPENSA24