I casi Cislago e Fagnano. Galparoli (Forza Italia): «Centrodestra come Tafazzi»

centrodestra tafazzi

VARESE – Tra il dire e il fare c’è di mezzo Fagnano Olona. Ma anche Cislago, Somma Lombardo, Luino e Origgio. Già, perché l’imperativo dell’accordo provinciale, “ovvero centrodestra unito alle prossime elezioni“, raggiunto con fatica, sofferenza, retromarce e defezioni in quel di Busto (e anche Caronno), nella realtà ha trovato un’applicazione a “geometrie variabili“.

Ad alzare la mano per dire: “Ma come, non si doveva andare uniti ovunque?” e porre il tema della maggioranza su scala provinciale in bilico per le prossime elezioni, è Piero Galparoli, responsabile provinciale degli Enti locali e commissario di Forza Italia a Varese e a Busto Arsizio. «A Busto Forza Italia, proprio per garantire quell’unità di coalizione, si è assunta la responsabilità di fare scelte molto sofferte. Ma non vedo la stessa cosa da parte degli altri partiti alleati, in questo caso di Fratelli d’Italia. Mi pare che il centrodestra abbia deciso di martellarsi i cosiddetti (un po’ Tafazzi, si potrebbe dire, ndr). In ballo, vorrei ricordare, c’è anche la questione della maggioranza a livello provinciale, che con questi strappi è davvero a rischio».

«Ma non dovevamo andare uniti?»

Piero Galparoli, diciamolo subito, non ha alcuna intenzione di fermare la macchina elettorale della coalizione, e neppure di sollevare polveroni. «Però credo che una riflessione, per il bene di tutta la coalizione, a questo punto debba essere fatta». E il forzista varesino parte proprio da Fagnano Olona, dove è fresco l’annuncio del gruppo di Fratelli d’Italia di mollare la coalizione per fare corsa a sé, anche senza simbolo, con una lista battezzata Fagnano Tricolore.

«Prima Cislago – dice – dove Fratelli d’Italia alla fine non si è allineata e ha deciso di andare in corsa solitaria. Ora la stessa cosa accade a Fagnano, dove anche lì è il partito di Giorgia Meloni a scegliere di spaccare l’alleanza. Ma se facciamo un passo indietro posso citare Somma Lombardo. E poi Luino, dove a spaccare è stata la Lega, e Origgio. Di questi tre Comuni, due li abbiamo persi». Quindi?

«Noi di Forza Italia abbiamo dimostrato di essere leali e fedeli all’accordo che abbiamo stretto qualche mese fa. Quanto accaduto a Busto Arsizio lo dimostra, perché abbiamo fatto un passo indietro in nome dei patti sottoscritti. Una scelta – continua Galparoli – tutt’altro che semplice, che ha portato alla separazione, spero non definitiva, tra il partito e Farioli. Insomma, non un esponente qualunque per noi e per tutto il centrodestra. Anche a Castellanza abbiamo fatto un passo indietro, trovando una sintesi sul nome di Angelo Soragni. Ma purtroppo vedo che non è così ovunque, quando invece serve compattezza come promesso e sottoscritto al tavolo provinciale».

Occhio a Villa Recalcati

Attenzione alle elezioni provinciali. E qui veniamo alla conclusione del ragionamento di Galparoli. «Non sono qui a rinfacciare nulla agli alleati – conclude – ma gli accordi dovrebbero valere per tutti e ovunque. Il motivo è molto semplice: dove il centrodestra è andato diviso ha perso. Vedi Somma e Luino. Ora rischiamo di perdere anche Cislago e Fagnano. E a quel punto potremo dire addio alla maggioranza del centrodestra su scala provinciale, peraltro già in bilico e necessaria per confermare presidente e guida dell’ente Provincia. Fatico a comprendere Fratelli d’Italia, poiché dovrebbe essere il primo partito a voler difendere la maggioranza provinciale visto che il presidente, Emanuele Antonelli, è uno di loro».