I sindaci lombardi PD: «Basta polemiche. Regione sveli i dati. Ma dal 12 ottobre»

MILANO – Abbassano i toni i sindaci lombardi di centrosinistra, chiedono con fermezza di chiarire in maniera definitiva il caso dati e indice Rt non solo rispetto alla rettifica, ma sull’intero periodo che va dal 12 ottobre a oggi. Glissano sulla richiesta di dimissioni del governatore Attilio Fontana e confermano la loro disponibilità collaborativa, al di là delle appartenenze partitiche, perché «la delicata situazione che stiamo affrontando non si risolverà nei prossimi due giorni» e perché «dobbiamo affrontare il delicato processo della vaccinazione di massa».

È questa la sintesi della call conference che si è tenuta oggi (lunedì 25 gennaio) organizzata dai primi cittadini Giuseppe Sala di Milano, Giorgio Gori di Bergamo, Davide Galimberti di Varese, Emilio Del Bono di Brescia, Mauro Gattinoni di Lecco, Gianluca Galimberti di Cremona e Mattia Palazzi di Mantova.

Stop al braccio di ferro

Polemica rovente quella che si è innescata sui dati Rt che hanno comportato una settimana di Zona Rossa per la la Lombardia. Uno scambio di accuse che ha sollevato un polverone politico non da poco. E rispetto al quale oggi i sette sindaci di centrosinistra dei capoluoghi lombardi hanno detto stop. «Non ci interessa la caccia alle streghe però vogliamo capire cosa davvero sia successo, anche perché – ha spiegato il bergamasco Gori – l’algoritmo dell’Istituto Superiore di Sanità ha funzionato per tutte le regioni tranne che per la nostra». E il problema, che è scoppiato in maniera eclatante nella settimana appena trascorsa, «potrebbe anche essersi verificato su un lasso di tempo più lungo – spiegano i sindaci – si tenga conto, infatti, che i parametri per tracciare i guariti sono cambiati dal 12 ottobre scorso. Ed è da quel giorno che si sarebbe dovuto compilare la “voce”, da trasmettere poi all’ISS. Ora noi non sappiamo se sia stato fatto. E non si tratta di un dettaglio da poco, poiché la presenza o meno di quel dato potrebbe anche aver comportato l’errata qualificazione della nostra Regione anche nelle settimane precedenti».

Insomma il tema posto dai sindaci in call conference non è questione di lana caprina: «Sui numeri si basano decisioni importanti che toccano gli studenti, imprenditori e intere categorie socio economiche – continuano – Forse è venuto il momento di rendere concreto ciò che noi chiediamo da tempo. Ovvero maggior trasparenza sui dati. Non possiamo più accettare di prendere decisioni su dati aggregati. Fondamentale per noi amministratori poter lavorare, ad esempio, sul numero dei tamponi fatti e processati in ogni provincia e sulla base del numero di abitanti».

Ricostruire l’immagina della Lombardia

Responsabilità «da stabilire perché lo esigono le regole basilari della democrazia»; trasparenza, «perché è sui dati che poi vengono prese tutte le decisioni per contenere il virus» e, come ha spiegato il sindaco di Varese Davide Galimberti, «ricostruzione del rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini. Perché quanto accaduto è lesivo per tutto il sistema lombardo. Mettiamo un punto alle polemiche e collaboriamo per recuperare l’immagine di efficienza, credibilità e rispetto delle regole che ha sempre contraddistinto la nostra regione in Italia e nel mondo. Solo in questo modo possiamo affrontare l’altra grande sfida che ci attende, ovvero la vaccinazione di massa».

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