I sindaci di Malpensa spiegano alla Sicilia come rilanciare l’aeroporto di Birgi

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MALPENSA – Trasferta in Sicilia per il sindaco di Gallarate Andrea Cassani e l’ex primo cittadino di Samarate, il parlamentare Leonardo Tarantino, ospiti oggi 14 gennaio del convegno “Birgi torni a volare” organizzato dalla Lega per la presentazione del progetto di rilancio dell’aeroporto trapanese.

La crisi genera crisi

Invitato a Marsala dal sottosegretario Stefano Candiani, commissario della Lega in Sicilia, Cassani ha portato l’esperienza di Malpensa per dimostrare come un aeroporto in crisi generi crisi nel territorio circostante. E’un inevitabile effetto a catena. Quello che hanno vissuto i Comuni del Gallaratese dopo il dehubbing di Malpensa lo stanno provando sulla loro pelle gli abitanti del Trapanese. «Con l’esplosione di Ryanair l’aeroporto di Birgi arrivò a 2 milioni di passeggeri, oggi ne conta 300mila ed è un aeroporto praticamente in chiusura», spiega Cassani a margine del suo intervento con cui ha dimostrato piena solidarietà alle autorità locali. «Qui la Lega punta al rilancio dell’aeroporto di Birgi come sfida da vincere per avviare in Sicilia la riqualificazione di tutto il sistema delle infrastrutture».

Rimboccarsi le maniche

Da Tarantino, che da sindaco ha vissuto i momenti bui dello scalo varesino, è arrivato invece l’invito «a rimboccarsi le maniche». E dice: «Malpensa ha dimostrato che non è la politica a decidere dove vogliono volare i passeggeri, ma è il mercato a decretare il successo di un aeroporto. Le persone vogliono volare dove c’è un territorio attrattivo, e qui, soprattutto grazie al turismo, le potenzialità di Birgi non mancano».

Il rilancio di Birgi

Oltre ai due ospiti varesini, al tavolo dei relatori c’erano anche Igor Gelarda, responsabile regionale degli enti locali in Sicilia, e Salvatore Ombra, ex presidente di Airgest, il manager che tra il 2007 e il 2012 portò l’aeroporto a quasi 2 milioni di viaggiatori. «Nel 2007, quando lo presi in mano per rilanciarlo, aveva pochissimi passeggeri», ha ricordato Ombra. «Con Ryanair, l’ho portato da 300mila a quasi 2 milioni di passeggeri, posizionandolo dal 29° al 17° posto della classifica dei 32 aeroporti importanti italiani. Cosa si può fare oggi per Birgi? Per prima cosa, ci vuole la volontà del territorio di salvare lo scalo. Mi riferisco agli impegni economici presi e non mantenuti, proprio dal territorio, verso Ryanair. Mi risulta, infatti, che la compagnia irlandese vanti ancora arretrati per circa 500mila euro dai Comuni trapanesi per gli accordi di co-marketing. Siamo realisti: Ryanair può essere sempre interessata a volare sul Trapanese, ma prima gli si saldino i debiti. Solo allora potrà partire una trattativa seria con la Regione». Messo a posto il passato, Ombra ha tracciato la nuova strada per lo sviluppo del Vincenzo Florio: «Bisognerà contattare le compagnie aeree, quelle che hanno manifestato il maggiore interesse, con in testa comunque sempre Ryanair, per convincerle sulla bontà di un progetto di rilancio messo a punto insieme ai Comuni per dare vita ad un’azione di sviluppo che abbracci tutta la provincia di Trapani».

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