I sindaci di Malpensa vogliono un nuovo Piano d’area e la Zes

piano area malpensa

MALPENSA – La riapertura del Piano territoriale d’area Malpensa e l’istituzione della Zes, una Zona economica speciale attorno allo scalo per favorire l’insediamento di nuove imprese attraverso un regime semplificato e un percorso agevolato per il fisco. Sono questi i due temi che affronteranno i nove sindaci del Cuv (Somma, Ferno, Lonate, Arsago, Golasecca, Vizzola, Samarate, Cardano e Casorate) nella riunione convocata a Palazzo Viani Visconti domani, 2o settembre, alle 18.30. Con loro al tavolo ci sarà Antonio Chierichetti, avvocato di Busto Arsizio esperto in Diritto Urbanistico e dell’Ambiente, chiamato con il chiaro obiettivo di dare una svolta a due temi di cui si parla invano, e senza successo, ormai da troppi anni.

Il Piano d’area di Malpensa

Approvato da Regione Lombardia nel 1999 e riaggiornato nel 2007, il Piano territoriale d’area Malpensa conteneva una serie di «norme speciali per l’aerostazione intercontinentale Malpensa 2000», oggi scadute. Era lo strumento di programmazione e di coordinamento delle strategie per lo sviluppo economico-sociale e la valorizzazione ambientale dell’intorno aeroportuale, ovvero un elenco di tutte le azioni di carattere ambientale, delle opere riguardanti l’accessibilità e degli interventi di trasformazione necessari affinché il territorio si trovasse pronto a ospitare quel colosso di cemento chiamato Terminal 1. La tangenziale di Somma, con annessa bretella che dal casello di Besnate e passando per Arsago avrebbe collegato Malpensa con l’A8/E62, è per esempio uno di quei  progetti mai realizzati, così come la bretella di Gallarate (forse qualcosa si sta muovendo proprio in questi ultimi mesi), la variante al Sempione Rho-Gallarate, la nuova SS341 da Gallarate a Vanzaghello (intersezione con raccordo Malpensa A4), la variante di Samarate nonché la famosa tangenziale ovest di Gallarate, ovvero la strada che partendo dal casello di Besnate avrebbe dovuto attraversare il quartiere dei Ronchi fino a raggiungere la superstrada 336 all’altezza dell’ex Nautilus. Erano tutte opere previste in concomitanza dell’apertura di Malpensa 2000, ma molte sono rimaste sulla carta. Se venivano ritenute indispensabili già negli Anni Novanta, tornano d’attualità oggi più di ieri, dato che Malpensa è tornato a essere un aeroporto da oltre 24 milioni di passeggeri annui, di cui molti continuano a raggiungere la brughiera in auto.

La Zes

«Istituire una no tax area attorno all’aeroporto per agevolare nuovi insediamenti produttivi e crescita dell’occupazione».  Fu la proposta lanciata quindici mesi fa dall’allora consigliere regionale Giampiero Reguzzoni (Lega Nord) durante il convegno “Il sistema aeroportuale lombardo”. Il progetto a cui il gruppo regionale della Lega stava allora  lavorando era quello di applicare una Zes a favore di quegli imprenditori che intendono avviare attività produttive all’interno della zona, con agevolazioni fiscali come il pagamento di imposte forfettarie pari al 20 per cento per almeno i primi dieci anni di attività. Prima di lui provò a farne una battaglia politica personale Luca Marsico (Forza Italia) – anche lui un ex del Pirellone – con lo stesso risultato. Ovvero il nulla. Oggi sono i sindaci a valutare la possibilità di richiedere al governo l’istituzione di una Zes per rilanciare l’economia territoriale e l’occupazione, apportando evidenti vantaggi competitivi per compensare i disagi causati dalla presenza di un hub internazionale come scomodo “vicino di casa”.

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