I sinti e quelli che tirano la fine del mese

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Torniamo sulla vicenda dei sinti sfrattati dal campo abusivo di Gallarate, che occupavano da svariati anni. Vi torniamo controvoglia per diverse ragioni, in primis per la sgradevole sensazione che una questione di illegalità conclamata, riconosciuta dagli stessi protagonisti, si sia trasformata in farsa. Dentro la quale si tenta di far passare per vittime coloro i quali hanno approfittato per lungo tempo della tolleranza delle amministrazioni civiche gallaratesi del passato le quali, per ignavia, per disinteresse, per imperizia, per infruttuoso buonismo o, peggio, per calcolo hanno lasciato correre. E in un certo qual modo sono colpevoli di favoreggiamento rispetto agli abusi edilizi di via Lazzaretto. E di aver chiuso gli occhi di fronte a bollette, tasse, balzelli e imposte sempre disattese. Come se i sinti, a tutti gli effetti cittadini gallaratesi, fossero dei cittadini più cittadini degli altri.
Tutto già visto e detto. Il nostro augurio è che si trovi in fretta una soluzione definitiva, benché siano i sinti a doverla trovare, senza aspettare che arrivi la manna dal cielo o, meglio, dal Comune. Se conosciamo un poco i gallaratesi veri, non hanno consuetudini con l’assistenzialismo: si rimboccano le maniche, e via.
Nel mezzo della farsa c’è anche chi ciurla nel manico, cioè strumentalizza. E la butta in politica, attaccandosi alle questioni umanitarie, tirando in ballo i bambini e gli anziani che più di tutti e purtroppo patiscono i rigori di una simile situazione. E’vero, ma sono bambini e anziani che hanno genitori e parenti come tutti gli altri. Tocca innanzitutto a loro accudirli. Sono persone indigenti? Può essere, ma a volte anche l’indigenza è una cifra interamente da capire. Non sempre è una condizione capitata per inaspettate avversità della vita.
Tant’è. Poniamo che i sinti sperimentino difficoltà economiche tali da richiedere l’intervento pubblico. Dove sono le associazioni, laiche o religiose, che berciano contro la “disumana” azione municipale, che ha messo sulla strada qualche decina di famiglie? Dove sono i partiti che fanno leva, per delegittimare l’amministrazione civica e racimolare briciole di consenso, sui costi dell’operazione di sgombero del campo di via Lazzaretto? Il sindaco di Somma Lombardo, peraltro persona perbene e di buon senso, si è ritrovato tra le mani la patata bollente e se n’è lamentato col suo collega di Gallarate, che gliel’ha indirettamente scaricata. Se la questione è umanitaria, come sostiene la sinistra in genere, riguarda l’intera comunità provinciale, non in esclusiva Gallarate. Vogliamo dire, dobbiamo aiutare i sinti? Aiutiamoli in modo concreto, non con le chiacchiere e le polemiche o cercando, se possibile, di fare a scaricabarile. Altrimenti la farsa evolve in psicodramma, e certe critiche non reggono alla prova dei fatti. Anzi, hanno come conseguenza di lasciare ancora più soli coloro i quali si è deciso di proteggere alzando polveroni invece di collaborare con giudizio e onestà intellettuale alla soluzione del problema. Che non è politico ma di giustizia sociale rispetto ai tanti che, al prezzo di sacrifici e reali privazioni, tirano con dignità e in silenzio la fine del mese.

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