Il complicato addio a Losanna e il Gran San Bernardo nel mirino

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LOSANNA – Ore 8: partenza. Lasciare Losanna è stata un’impresa nell’impresa: l’ordine svizzero e la moltitudine di vie ciclabili hanno reso – per l’italica abitudine alla fantasia e creatività – davvero impegnativo percorrere i primi chilometri.

Raggiunta la sponda del lago, si apre un panorama sensazionale: la residua nuvolosità lasciata dal temporale notturno copre e scopre i profili delle montagne e il lago. Costeggiando il Lago Lemano eccoci a Vevey dove, in contrasto con l’eleganza della città, spicca l’edificio della multinazionale Nestlè e, dopo una decina di chilometri, eccoci a Montreux.

Emozionante, dopo le tensioni cittadine iniziali, percorrere campagne ove si nota grande attenzione all’attività agricola, vinicole e di allevamento; villaggi ove sembrava che il tempo si sia fermato.

La Via Francigena percorre grandi spazi con panorami mozzafiato. Unico neo: la segnaletica discontinua ci ha portato a diversi errori di itinerario e, perciò, a qualche chilometro in più di pedalata. In favore di vento – che pacchia, ci sentivamo dei leoni su quel rettilineo – raggiungiamo St. Maurice, punto di partenza della prima vera salita.

Accidenti… il vento gira: attacchiamo con Eolo contro e con le gambe affaticate da tutti i saliscendi tra sterrati e prati del tratto iniziale. La salita è, comunque, costante e senza strappi: concentrati e contenti raggiungiamo Orsières sotto le prime gocce di pioggia.

Il primo giorno è andato, a domani: ci aspetta il Gran San Bernardo, quota 2.400 metri.

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