Il coronavirus ai tempi delle fake news

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Cosa ci azzecca il coronavirus con la letteratura, l’alta finanza e la geopolitica che trova una spiegazione diversa a seconda del punto di vista? Sono moltissime le teorie che girano in rete per cercare di dare una spiegazione razionale alla reazione emotiva di massa che sta vivendo l’emergenza come se si trattasse dell’apocalisse. E che, non dimentichiamolo, solo pochi giorni fa, ha portato all’assalto degli scaffali dei supermercati.

Cosa, ma soprattutto quanto, ci sia di vero in tutte queste teorie è impossibile quantificarlo. Poiché quasi tutte nascono da un dato di fatto, ma sforano in una dimensione che ai più appare fantascientifica. Però girano sulle rete. Si diffondono ancor più velocemente del CoVid-19 e diventano oggetto di discussione da bar (ai tavolini, of course), dove ognuno, oltre alle parole, tira fuori lo smartphone e mostra sul monitor le autorevoli (?) fonti.

Il coronavirus e la letteratura

Il coronavirus? Esisteva già nel 1981 nel libro profezia, Dean Koontz, scrittore americano e autore di diversi best seller. Koontz nella sua narrazione non è preciso, ma in rete gira la pagina 333 di The eyes of darkness (questo il titolo del libro) in cui parla del “Wuhan-400 è un’arma letale… intorno al 2020 una grave polmonite si diffonderà in tutto il mondo… in grado di resistere a tutte le cure conosciute”. Non si parla di coronavirus, ma ci siamo molto vicini. Anche geograficamente, poiché lo scrittore americano nel romanzo spiega che il virus è stato sviluppato da una scienziato cinese, poi fuggito negli Stati Uniti, in un laboratorio vicino alla città dove è scoppiato il primo focolaio. Insomma un caso di preveggenza o di spiccata fantasia che, per chissà quale motivo, quarant’anni dopo si è materializzato.

I pande-bond in scadenza

Anche in questo caso occorre fare un passo nel passato. Più breve, poiché secondo questa teoria tutto ha inizio nel 2017, quando la Banca mondiale, al fine di recuperare soldi per i Paesi poveri chiamati a fronteggiare pandemie globali, mette sul mercato due tranche di bond dal valore milionario e che, a scadenza, potrebbero garantire ai loro possessori privati “grassi” guadagni. Si dice, infatti, che a oggi il rendimento sia dell’11% superiore al tasso Libor per quanto riguarda la tranche obbligazionaria più rischiosa. E il punto cruciale di questa teoria sta nella scadenza, ma anche nella classificazione del coronavirus: è epidemia o pandemia?

Un dubbio non da poco. Poiché la scadenza di questi fantabond è il prossimo 15 marzo e proprio la classificazione del CoVid-19 è il discrimine del guadagno o della perdita dell’intero capitale. Di questa operazione di alta finanza ne hanno parlato anche a Radio24, nella trasmissione condotta da Sebastiano Barisoni, proprio ieri, lunedì 2 marzo. Ma la teoria anche in rete trova parecchi divulgatori, tanto che c’è chi scommette che l’Organizzazione mondiale della Sanità dichiarerà lo stato di pandemia solo dopo il 15 marzo. Fino a quel giorno ci si ammala e si guarisce nell’atroce dubbio finanziario. E forse qualcuno incrocia le dita.

Colpa della Cina. No dei russi. Anzi degli americani

Paese che vai teoria complottista che trovi. Vale anche per il coronavirus. Dove nel bouquet si trovano ragionamenti più o meno raffinati che mettono in piedi veri e propri castelli di carta in cui emergono sempre un Paese untore e un Paese vittima.

Tra le teoria del complotto meno raffinate e più caserecce c’è quella che vuole l’Italia sotto l’attacco di Paesi, anche membri dell’Europa, che stanno approfittando del virus per piegare definitivamente il sistema economico del Belpaese. I sostenitori di questa tesi individuano la causa nel recente accordo sulla nuova Via della seta. Ma la teoria che trova i maggiori consensi è quella che mette gli Stati Uniti in cabina regia: ovvero il coronavirus altro non è che un attacco batteriologico studiato con l’Iran per frenare l’inarrestabile crescita economica del Dragone. In parole più povere di quelle usate dai complottisti: far passare la Cina come l’untore del mondo significa minarne la credibilità sotto ogni profilo. Senza contare, dicono sempre gli insider del complotto, che gli Usa sarebbero già in possesso del vaccino.

E i russi dove li mettiamo? A capo dell’informazione. O meglio della disinformazione, con l’obiettivo di diffondere false teorie (compresa quella sopra descritta) per seminare discordia e incertezza e indebolire le istituzioni americane e quelle alleate con gli Usa.

Confusione bestiale

Ma le bufale, sotto le quali vengono annoverate tutte le tesi complottiste, non sono gli unici animali tirati in ballo in tempi di coronavirus. Perché c’è chi dà la colpa ai pipistrelli e chi ai serpenti, ritenuti i primi a trasmettere il Covid-19 agli umani. Ma anche chi ha puntato l’indice sugli animali domestici quali cani e gatti. Ma anche qui si tratta di tesi prive di ogni fondamento e già ampiamente smentite.

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