Il dg Porfido: «Emergenza medici, subito soluzioni. Somma, 25 milioni per il Bellini»

busto ospedale porfido direttore generale

BUSTO ARSIZIO – I bandi che vanno deserti, tanto che la carenza di medici specialisti e sempre più un’emergenze. Ma anche il punto sul progetto dell’ospedale unico, sul futuro del Bellini di Somma Lombardo e del presidio di Saronno. Sono questi i grandi temi di attualità della sanità del territorio di cui parla il direttore generale dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido.

Direttore Porfido partiamo dalla questione più delicata: la carenza di medici. Su questo fronte sembra aprirsi qualche spiraglio. E così? 
«Ci sono una serie di iniziative, certamente positive ma che non possono essere la soluzione di un problema complesso. Mi spiego meglio. Ben vengano il fatto che la Regione abbia aumentato le borse di studio su alcune specialità, la possibilità di utilizzare gli specializzandi all’ultimo anno e la maggior flessibilità garantita dal Decreto Calabria. Ma la realtà dice che servirebbero soluzioni nell’immediato, altrimenti non avremo specializzandi per i prossimi 5 anni, che è il tempo necessario per completare la formazione».

Par di capire che per sbloccare la situazione serva prendere decisioni più radicali. Ce ne sono?
«Per un attimo parlo da cittadino e non da direttore generale. Credo che vi sia un’unica via, ovvero quella di tornare al passato. Non remoto, ma recente. Ovvero ripristinare il vecchio modello, quando i medici venivano assunti e si formavano all’interno dell’ospedale. In ogni caso è  una problematica che né noi come Asst, né la Regione può affrontare. E una questione che richiede risposte a livello nazionale, di governo».

Ma è anche una soluzione che smentirebbe l’attuale impianto delle assunzioni ospedaliere. Possibile? 
«Potrebbe anche essere una soluzione temporanea adottata per affrontare un’emergenza che non è solo nostra dell’ospedale di Busto. Qualche anno fa anche l’Inghilterra ha commesso un errore di programmazione, ma ha potuto correggere “il tiro” grazie alla possibilità di assumere all’interno del Commonwealth. Noi invece subiamo anche questa doppia penalizzazione: non possiamo assumere medici stranieri, laureati in Italia, se non hanno la nostra cittadinanza o quella europea. Il tema però si pone ora e tra qualche anno sarà ancora più pressante se non si trovano soluzioni nel breve periodo».

A cosa è dovuta questa previsione pessimista?
«Guardi non è pessimismo. E spiego il perché. Oggi l’età media del personale medico è sempre più vicino ai 60 anni. Ciò significa che a breve sulla carenza di personale arriverà anche l’ondata dei pensionamenti. Lo ripeto non c’è soluzione se non quella di cambiare a livello nazionale le regole d’ingaggio».

Non quindi colpa dei bandi che non vengono fatti? 
«I bandi? Li facciamo. Il problema è che nessuno partecipa. Soprattutto su certe specialità dove i medici trovano altri percorsi professionali più qualificanti di quanto può offrire l’ospedale».

A proposito di futuro, può fare il punto della situazione sul progetto dell’ospedale unico?
«Su questo fronte si sta procedendo secondo i tempi. E’ stata nominata la segreteria tecnica in Regione e a breve verrà firmato l’accordo di programma. Da parte nostra abbiamo inviato settimana scorsa il progetto preliminare. E anche con le amministrazioni locali sono stati presi accordi importanti».

Quali? 
«C’è l’intesa di stringere accordi di programma differenti. Cioè, si farà una procedura per l’ospedale nuovo e una per le strutture esistenti. Distinguendo anche i due Comuni coinvolti. Ci sarà quindi un accordo per Busto e uno per Gallarate. E non sono dettagli questi, poiché questa impostazione permetterà di ridurre i tempi».

Si parla spesso di ospedale unico, ma molto meno dei presidi “satelliti” di Somma Lombardo e Saronno. Quale il loro destino?
«Io dico che il nuovo ospedale porterà benefici anche ai nostri due presidi “satellite”. Partiamo da Saronno che diventerà il secondo presidio dell’azienda per numeri, ma anche per via del fatto che serve un bacino territoriale importante. Sul Bellini di Somma c’è invece un ragionamento più complesso che stiamo portando avanti».

Ovvero?
«Il Bellini si specializzerà sulla cronicità. E’ chiaro che l’operatività delle unità oggi esistenti verrà modificata. Che qualche posto andrà perso. Ma perché vogliamo intervenire anche a livello infrastrutturale per migliorare l’accoglienza e la degenza dei pazienti. Inoltre a conti fatti, alla fine, i posti letto saranno di più».

Come si configurerà quindi il Bellini? 
«Il finanziamento regionale può essere riversato sullo sul nuovo ospedale. Nella progettazione però abbiamo voluto inserire anche l’intervento dell’ospedale di Somma che cuba circa 25 milioni di euro. Questo perché lo riteniamo un presidio strategico. Detto questo si dovrebbero ridurre 6 posti letto per la Medicina e 10 per la Riabilitazione. Saranno 30 i letti del reparto di Comunità e 15 i posti all’hospice. In ogni caso è nostra intenzione condividere la progettazione del Bellini anche con le istituzioni sommesi e lo faremo già a partire dalle prossime settimane».

dg porfido emergenza medici – MALPENSA24