Arsago Seprio celebra il maggio arnolfiano

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ARSAGO SEPRIO – Il 2018 è per il paese di Arsago, ma anche per tutta la Regione Lombardia, una data importante. Ricorre infatti il millenario della morte dell’arcivescovo di Milano Arnolfo II di Arsago, Signore di Milano e vassallo del Sacro romano impero germanico, rimasto in carica dal 998 al 1018, anno della sua morte. Per la comunità di Arsago sarà un anno ricco di iniziative ed eventi, a partire dal mese di maggio.

Il maggio arnolfiano

Sabato 5 maggio si terrà il primo dei due convegni dedicati ad Arsago e ad Arnolfo II. Sarà l’occasione per approfondire archeologicamente e storicamente la sequenza edilizia della Pieve arsaghese e il suo territorio, derivati ambedue dalla funzione di centro territoriale che Arsago rivestì già in età romana. Martedì 8 maggio (ore 21, basilica di San Vittore), la messa presieduta da Mario Delpini, arcivescovo di Milano, aprirà ufficialmente le celebrazioni, alla presenza del presidente della Regione Attilio Fontana, del vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo e di molti sindaci del territorio. Non mancheranno ovviamente le associazioni e i cittadini arsaghesi. Sabato 12 maggio i festeggiamenti si trasferiranno a Milano dove sarà possibile visitare la basilica di Sant’Ambrogio e la chiesa di San Vittore al corpo (iscrizioni in segreteria parrocchiale). Per  i ragazzi è stato predisposto “Ritorno al presente”, un appuntamento di Park&read in calendario il 19 maggio.

Chi è Arnolfo II

Arnolfo II proveniva dalla nobile famiglia dei signori di Arsago Seprio. Suo padre fu Dagiberto da Arsago, mentre suo fratello Landolfo divenne nel 1003 vescovo di Brescia. Uomo di grande cultura, Arnolfo II fu con tutta probabilità il committente dell’opera anonima d’epoca “De situ civitatis Mediolani”, nella quale Milano viene descritta come una grande e prospera città. A cavallo dell’anno mille, traghettò non soltanto la diocesi ma anche tutta la comunità civile di Milano e dintorni. E’stato un uomo di primo piano nella scena politica milanese e lombarda, oltre che, come emissario imperiale, alla corte bizantina di Costantinopoli.

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