Il pm Furno: «Caianiello gestiva un sistema feudale. A lui veniva pagata la decima».

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GALLARATE – In provincia di Varese esisteva «un sistema feudale», con «i vassalli che riconoscevano la decima al loro sovrano». Così il pubblico ministero Luigi Furno – durante la conferenza stampa oggi 7 maggio in procura a Milano per il terremoto politico che ha coinvolto Forza Italia in Lombardia – ha descritto il sistema politico creato sul territorio da Nino Caianiello, plenipotenziario del partito nonostante da anni non ricoprisse più ruoli formali.

Corruzione sistemica e pervasiva

Furno ha parlato di «corruzione sistemica e pervasiva» che coinvolgeva amministratori apicali delle principali società pubbliche che sul territorio gestiscono servizi essenziali: Accam, Alfa e Prealpi Servizi. Questo perché le nomine venivano assegnate da «un centro di autorità» a cui tutti rispondevano.

La decima

Secondo la procura, tramite queste società venivano decisi a tavolino incarichi professionali, «spesso inventati e senza una reale esigenza» a professionisti del territorio: ingegneri, commercialisti, geometri, imprenditori. «Così facendo – ha sottolineato Furno – veniva caricata sulle casse delle società pubbliche la quota parte della tangente».

In ambulatorio

Caianiello riceveva le persone in un bar in via Ferrario a Gallarate che lui stesso aveva ribattezzato come «l’ambulatorio». Una definizione ribadita oggi in conferenza stampa dal pm: «Forniva ai “pazienti” la cura. Al tavolo venivano infatti decise le finte consulenze ai professionisti che lì si recavano».

Corruzione al quadrato

Furno, «con sommo stupore», ha infine descritto la vicenda che pone di nuovo al centro i rapporti tra Nino Caianiello e il costruttore Emilio Paggiaro, il quale avrebbe «barattato il risarcimento del danno riconosciuto dalla Cassazione, pari a 125mila euro più 36mila di spese legali, in cambio dell’ottenimento di un cambio di destinazione d’uso per la realizzazione di un centro commerciale». La procura ha definito la vicenda «corruzione sulla corruzione», in pratica «corruzione al quadrato».

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