Il suicidio del centrodestra. E non solo

di Luigi Patrini

In questi giorni ho visto con stupore su un quotidiano vicino al mondo cattolico un’ampia raccolta di “lettere al Direttore”, tutte critiche sull’autocandidatura di Berlusconi al Colle. Francamente non ho molta simpatia per la Sinistra, ma non nascondo neppure il mio disgusto preoccupato per un Centro-destra che pare sempre più animato da un “cupio dissolvi” che ha tutta l’aria di un suicidio.

Ovviamente non ho mai potuto interrogare nessun suicida, ma credo fermamente che chi si dà la morte lo faccia anche – e forse soprattutto – per “punire” chi resta, per farlo sentire colpevole di non aver fatto quello che lui avrebbe voluto facesse.  Quest’idea me l’ha confermata anche il titolo dato alla paginata di lettere del quotidiano suddetto.

Il titolo “La corsa del Cavaliere dà la scossa. Che i partiti ascoltino e si sveglino” è significativo per tanti motivi: anzitutto perché rivela una sorta di ottimismo che accenna, neppur tanto velatamente, al fatto che quelle lettere critiche sulla scelta del Cavaliere di candidarsi al Colle, in fondo sono un’opportuna “sveglia”, perché gli avversari del Cav ne approfittino e si diano una mossa. E in effetti ho forte l’impressione che Salvini e la Meloni spingano perché Berlusconi si candidi proprio perché, se lo farà e sarà sconfitto, sarà costretto a cedere lo scettro, che ha ancora la pretesa di tenere nelle sue mani, di leader naturale dell’area di centro-destra di cui è stato creatore una trentina di anni fa: lui ha creato il Centro-destra e se ne crede padre e padrone, mentre molti aspirano – legittimamente – a sostituirlo. Evito di entrare nel merito della loro “capacità” di saperlo fare! Mi spiace per i tanti amici del Centro-destra  che pure stimo: in quest’area in molti “storcono il naso”, si girano dall’altra parte, ma devono trovare il coraggio di cambiare qualcosa che proprio non va!

In effetti il suicidio che il Centro-destra “si sta regalando” avrà due aspetti: la dissoluzione del Centro-destra con la sua scomparsa, e, soprattutto, darà fiato e speranza ad una Sinistra ormai asfittica, priva di quei grandi ideali di giustizia sociale che sono sempre stati il suo patrimonio storico, avvantaggiandola proprio nel momento in cui tutti possono vedere i guasti prodotti dalla Sinistra dove ha storicamente preso il potere e governato per decenni (URSS e Paesi satelliti, Paesi del Terzo Mondo colonizzati dal Neocolonialismo “dolciastro e progressista” della Sinistra marxista). Purtroppo, come in altra sede ho accennato, mi pare proprio che la lezione dell’‘89 e della Caduta del Muro di Berlino non sia stata ancora intesa.

Grazie agli errori dei leader del Centro-destra – soprattutto di Salvini e di Berlusconi – il PD di Letta, nonostante i tanti “bla, bla, bla” sul DdL Zan, sull’avvio di cambiamenti di metodo e di sostanza, su promesse mirabolanti quanto fumose e lontane dai problemi reali del Paese, sta recuperando un’immagine dignitosa per meritare la quale la sua classe dirigente non ha fatto molto, perché tale immagine appare piuttosto come esito degli errori di una Destra populista, poco realista e molto ideologizzata. Il fatto che anche Renzi si riavvicini a Letta forse “rasserena” (finalmente!) quest’ultimo, ma non promette troppo bene per il quadro politico nazionale… A farne le spese sarà il Cavaliere, la cui candidatura appare sempre più legata alla logica della nota battuta di Alberto Sordi, non a caso spesso revocata in questi giorni, del “Perché io sono io e voi no!”. Il Cav ha tutti gli elementi per decidere se insistere o meno nella sua autocandidatura, ma non vi è dubbio che farebbe bene ad accogliere l’invito esplicito del Governatore della Liguria Toti, che gli ha suggerito di valutare se, piuttosto che farsi “bruciare”, non gli convenga rinunciare dignitosamente alla scalata del Colle più alto: se fosse eletto, il Paese si spaccherebbe con gravi conseguenze per l’immagine che l’Italia darebbe di sé all’estero, con conseguenze prevedibili sul Governo e sul nostro rapporto con l’Europa. Purtroppo certe vicende non si dimenticano facilmente e quella telefonata alla Questura di Milano per far passare per nipote di Mubarak la giovane marocchina Karima El Mahroug, più nota come Ruby Rubacuori, resterà nella memoria di tutti, associata non solo al nome di Berlusconi, ma anche di quanti hanno bivaccato nel suo enturage politico, se il Cav diventasse il Successore di Mattarella.

Rinnovo il mio suggerimento: in questi giorni decisivi per il Paese e il suo futuro, facciamo una novena ai nostri Santi protettori, San Francesco e Santa Caterina in primis, ma anche a San Tommaso Moro, patrono di quanti sono impegnati con la difficile arte della Politica. Ci aiutino a ridare fiato a quella Politica che – secondo Sant’Ambrogio – serve a “costruire amicizia in città”; ci aiutino a ricostruire i Partiti, strumenti indispensabili ed insostituibili per una politica davvero democratica; ci aiutino a riaccendere nei giovani e negli adulti la passione per la Politica vera, quella che richiede serietà e dedizione, moralità e sacrificio; ci aiutino a far capire a chi guida la comunità civile che il “Bene Comune” a cui dicono di mirare consiste nel “bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo”, un bene che è conseguibile solo con l’impegno serio e comune di tutti.

Pregare i Santi perché ci aiutino non è un atto di debolezza, ma l’espressione più autentica della consapevolezza della gravità dei problemi, della necessità di un cambiamento profondo del “cuore” di ogni uomo. Forse sarebbe anche il segno che, dopo secoli che si ripetono gli stessi errori, abbiamo capito – finalmente – che l’epoca che stiamo vivendo non è solo un’epoca di grandi cambiamenti, ma è – come dice spesso Papa Francesco – un vero “cambiamento d’epoca”!

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