Imprese Meccaniche Univa, Cig in aumento del 45%. Del Grande nuovo Presidente

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VARESE – Fino a ieri c’era il sentiment che emergeva dalla viva voce degli imprenditori che stanno vivendo sulla pelle delle proprie imprese una situazione sempre più preoccupante. Voci, come quella di Giovanni Berutti, Presidente uscente del Gruppo merceologico delle imprese “Meccaniche” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese: “Le difficoltà del nostro settore sono partite con la crisi dei rifornimenti di microchip all’industria dell’automotive che ha poi amplificato i suoi effetti su tutto l’indotto. A ciò si è aggiunta la mancanza di componenti al comparto delle macchine utensili. Poi è arrivata l’onda anomala delle materie prime, con difficoltà di reperimento e prezzi alle stelle e lo tsunami dei costi energetici senza precedenti che hanno travolto trasversalmente tutte le nostre imprese. Siamo di fronte ad una tempesta perfetta dalla quale temiamo possano scaturire anche conseguenze sul piano delle tensioni sociali”. Ora, a certificare le difficoltà crescenti dell’industria metalmeccanica varesina, sono, però, anche i primi numeri. Come quelli riguardanti il ricorso alla Cassa Integrazione delle aziende del settore presenti sul territorio. Gli ultimi dati Inps elaborati dall’Ufficio Studi di Univa parlano di un’autorizzazione di 236.106 ore nel mese di marzo, su livelli in aumento del +45,5% rispetto a dicembre 2021 e più del doppio rispetto alle 88.000 mila ore registrate sia a gennaio sia a febbraio di quest’anno.

“La sfida che abbiamo di fronte – commenta il Presidente del Gruppo merceologico ‘Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie’ di Univa, Gianluigi Casati – e alla quale siamo chiamati è quella della competitività internazionale. Come competere sui mercati di fronte a emergenze come quella della pandemia, dei prezzi energetici a livelli storici e dei costi delle materie prime che aumentano a doppia, a volte, tripla cifra percentuale? Molte imprese sono già oggi compromesse nella loro continuità operativa”.

È questo lo scenario in un settore che a livello di numeri è il più importante nell’industria del Varesotto. I Gruppi merceologici “Meccaniche” e “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie”, con un totale di 415 imprese per 28.971 addetti, rappresentano il 38,6% delle aziende associate ad Univa e il 43,6% degli addetti. Il peso sul sistema manifatturiero locale è testimoniato anche dalla quota di export che il settore metalmeccanico riveste: pari al 55,6% delle vendite all’estero prodotte nel 2021 da tutta l’industria varesina.

Uno spaccato industriale quello meccanico e siderurgico rappresentato da Univa che si è riunito in Assemblea a Gallarate sia per fare il punto della situazione economica, sia per rinnovare i propri vertici. Cambio della guardia alla Presidenza del Gruppo merceologico “Meccaniche”: il testimone passa da Giovanni Berutti della SPM Spa di Brissago Valtravaglia, arrivato a termine del mandato, a Carlo Del Grande della B. D. G. EL Srl di Bardello. Confermati, invece, Marco Riganti della Riganti Spa di Solbiate Arno alla carica di Vicepresidente del Gruppo e di Giancarlo Saporiti della Samic Spa di Lonate Ceppino in qualità di Delegato per la Piccola Industria. Solo conferme, invece, per il Gruppo “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie”: Gianluigi Casati della Fonderia Casati Spa di Varese alla Presidenza, Roberto Caironi della F.I.A.S. Srl di Gorla Minore alla Vicepresidenza, mentre Massimo Garavaglia della Garavaglia Spa di Caronno Pertusella continuerà a rappresentare in qualità di Delegato la Piccola Industria del settore.

Come da tradizione, presenti all’Assise erano anche i vertici di Federmeccanica, a significare anche il peso che Varese ricopre a livello nazionale per il settore. Il distretto locale, infatti, in termini di numero di addetti, è decimo in Italia e condivide con le altre zone del Paese una situazione sempre più sclerotica come confermato dal Direttore di Federmeccanica, Stefano Franchi: “Ci sono imprese che più producono e più vanno in perdita”.

Lo scenario pone al sistema della rappresentanza datoriale di farsi portavoce nei confronti della politica delle istanze delle imprese come conferma il Presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, per il quale il momento che sta attraversando il comparto dell’automotive è quanto mai emblematico: “La complessità della transizione ecologica che attanaglia oggi l’industria automobilistica è un’avvisaglia di ciò che avverrà in tutte le altre realtà manifatturiere del nostro settore. Non possiamo pensare di risolvere la questione con qualche incentivo all’acquisto green per sostenere la domanda. Serve anche intervenire a sostegno dell’offerta con una politica industriale che permetta di fare dell’Italia un faro a livello internazionale”.

Ma le richieste alla politica non bastano. Lo scenario, ha affermato il Presidente di Federmeccanica Visentin, impone una sfida di cambiamento alle stesse aziende: “È tempo di prendere di petto alcuni temi come quello delle dimensioni necessarie alle nostre imprese per strutturarsi per il futuro. Non è questione semplicemente di rimanere piccoli o diventare per forza grandi. È questione di garantire alle nostre realtà produttive quelle marginalità necessarie per intraprendere o continuare percorsi virtuosi di investimento”. Ad una condizione, però: “Dobbiamo pensare a strumenti e politiche che agevolino operazione di merger & acquisition in grado di tutelare il made in Italy e il know-how delle nostre imprese”.

La chiosa è del Presidente uscente del Gruppo “Meccaniche” di Univa, Giovanni Berutti: “Le imprese hanno la voglia e la determinazione di andare avanti con soluzioni creative per superare questo momento di difficoltà. Il Governo deve fare la sua parte mettendo in campo ben più degli interventi palliativi del tutto insufficienti come quelli approntati fino ad ora. Ma, allo stesso tempo, spetta anche a noi imprenditori creare soluzioni nuove con testa e cuore. Sono sicuro che sapremo uscire da questa crisi più forti e più robusti”.

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