In lista d’attesa da più di un anno per un’operazione di ernia cervicale

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LEGNANO – C’era chi aspettava Godot e c’è chi dopo un anno aspetta ancora un’operazione. Succede all’Istituto Clinico Humanitas, che ha sede a Rozzano e ospedali in mezza Lombardia (a Castellanza, Busto Arsizio, Arese, Lainate, Varese, Milano, Bergamo) oltre che a Torino e a Catania. Era febbraio 2018 quando il signor Aldo (il nome è di fantasia) si fece visitare per i dolori che accusava alla base del collo e alla schiena e il medico neurologo della clinica gli diagnosticò una ernia cervicale. Unica soluzione possibile, un’operazione al collo. I tempi? «Tre mesi, al massimo quattro» fu la risposta del medico, che sarebbe stato lo stesso a eseguire l’operazione. Da allora di mesi ne sono passati quasi 15, ma l’operazione non è mai stata fatta. Ma c’è di peggio, perché a tutt’oggi non si sa quando sarà fissata.

Paziente di Abbiategrasso: «Dalla clinica nessuna risposta»

«Dopo la visita in cui mi dissero che dovevo essere operato – racconta il diretto interessato, che ha 57 anni, vive da solo ad Abbiategrasso e fa il custode di condominio – mi aspettavo che qualcuno mi chiamasse per dirmi la data dell’operazione. Siccome non si faceva vivo nessuno, ho chiamato io, lo scorso ottobre e poi a marzo. Nessuna risposta». Uno dopo l’altro, i mesi sono trascorsi, i dolori sono sempre presenti ma dell’operazione non c’è traccia. «Le ho provate tutte. A metà febbraio ho inviato una email, ma è rimasta senza risposta. Al telefono c’è un disco automatico, ho lasciato i miei dati per essere richiamato come mi è stato richiesto, ancora senza ottenere risultati. Alla fine di aprile sono tornato alla clinica di persona, ma non c’è stato verso di parlare con qualcuno. Ho perfino interessato del caso un mio amico sempre all’Humanitas: ma dove sono andato a finire?, gli ho chiesto. Mi ha risposto: sai, tante volte dimenticano di mettere in lista…».

Caso segnalato a “Risarcimento salute e Tutela del malato”

La “dimenticanza” si è però trascinata fin troppo. Per questo Aldo ha segnalato il suo caso al pool di avvocati “Risarcimento salute e Tutela del malato”, con sportelli a Milano e a Legnano. «Ne ho sentito parlare tramite amici e se che hanno risolto il problema di uno di loro. Capisco che la prassi potrebbe essere diversa se chiedessi l’operazione privatamente, come solvente o convenzionato: magari mi direbbero di venire l’indomani, o entro pochi giorni. Ma non me lo posso permettere» è l’amara constatazione di Aldo, che chiama la clinica a cui si è rivolto «un bunker»: «Sì, perché nessuno ti dice niente, né quando sarai operato né perché non ti hanno ancora messo in lista. A tutt’oggi non so quanto tempo avrò avanti prima che accada e non mi hanno fornito alcuna giustificazione. Anche il mio medico ha provato a sollecitare la segreteria, ma non ha ricavato nulla e ha allargato le braccia, dicendo che non è colpa sua. Questo lo capisco, ma non si possono calpestare così i diritti dei pazienti. È assurdo. Tutti i giorni, ogni due per tre non mi reggo in piedi, ho vertigini e fa male. Il nervo preme sul midollo e più va avanti così, più si indebolisce. Quando è infiammato mi devo fermare e rilassare, prendere delle pastiglie e aspettare che passi il dolore. Di questo passo, finirò in carrozzina, o al pronto soccorso: magari sarà la volta buona…».

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