Inaugurato a Canegrate dal Tavolo Antimafie roseto dedicato a Lea Garofalo

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CANEGRATE – Un roseto dedicato a Lea Garofalo, vittima della ‘ndrangheta. Lo ha inaugurato a Canegrate (nella foto) domenica scorsa, 4 ottobre, il Tavolo Antimafie presso la sede delle associazioni “Peppino Impastato”. Due rose rosse e una bianca «per una madre coraggio, una testimone di giustizia, un’eroina della lotta contro le ’ndrine»: così il Tavolo ha ricordato la figura di Lea, sulla quale aveva incentrato l’attività di quest’anno, bloccata dall’emergenza Covid. La sola attività possibile è stata la piantumazione del roseto: le associazioni che costituiscono il Tavolo Antimafie, alla presenza del sindaco, Roberto Colombo, e degli assessori Giuseppina Auteri, Franca Meraviglia e Matteo Modica hanno messo a dimora le tre piante di rose. Tre ragazzi del laboratorio teatrale e alcuni esponenti delle associazioni hanno poi letto testi e poesie accompagnati dalla chitarra.

In una biografia il suo coraggio e sacrificio

Nell’occasione è stata presentata una sintetica biografia di Lea Garofalo. Nata a Petilia Policastro (Crotone) nel 1974, in una famiglia legata alle faide ’ndranghetiste, subì la morte del padre e l’affiliazione del fratello. A 13 anni conobbe Carlo Cosco e fuggì con lui a Milano, sperando di uscire dall’ambiente malavitoso. A soli 17 anni diede alla luce la figlia Denise. Testimone di giustizia, sottoposta insieme alla figlia al programma di protezione, testimoniò sia sulle faide interne alla sua famiglia di origine che su quella di Cosco. Il 24 novembre 2009 questi la trascinò in un appartamento dove fu picchiata e strangolata. Il suo corpo fu dato alle fiamme e sciolto nell’acido. È stata una delle poche donne a ribellarsi alla ’ndrangheta e per questo viene ricordata come un esempio di coraggio e di indipendenza. Il roseto è contiguo all’ulivo di Falcone e Borsellino e su una targa rivolta verso chi passa in via Bramante si legge: “Roseto Lea Garofalo madre coraggio”.

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