SPECIALE SUEZ / L’incidente della Ever Given

LA GRANDE PORTACONTAINER INCAGLIATA NEL CANALE HA BLOCCATO L'ECONOMIA DI MEZZO MONDO

di Emma Brumana

Il canale di Suez è uno tra gli snodi commerciali più importanti al mondo. Proprio per questo è stato, nella storia, protagonista di episodi cruciali per il mantenimento degli equilibri geopolitici ed economici. L’ultimo sfortunato incidente è stato quello della nave cargo Ever Given, proveniente dalla Cina con destinazione Rotterdam, che si è incagliata nel mezzo del canale, paralizzando di fatto il commercio mondiale. In poche ore il prezzo del greggio è aumentato del 5% e il costo al barile ha sfiorato i sessanta dollari. Il canale di Suez vede transitare ogni anno il 12% del commercio globale (il 40% dell’import-export marittimo italiano) e il 7% del commercio di greggio. Per questo motivo il blocco prolungato ha spaventato i mercati finanziari. Ma nel pomeriggio di oggi la situazione si è sbloccata e l’Ever Given è stata disincagliata. Ci vorranno giorni per riportare il traffico navale alla normalità.

Le conseguenze del blocco sono state gravose per l’economia mondiale e ciò mette in evidenza l’importanza del canale, inaugurato nel lontano 1869, ma ancora indispensabile.

L’inaugurazione e gli interessi coloniali

La costruzione del Canale di Suez venne ultimata nel 1867, dopo dieci anni di lavoro. La realizzazione venne affidata all’imprenditore francese Ferdinand de Lesseps, che si servì dell’ambizioso progetto dell’architetto trentino Luigi Negrelli. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 17 novembre 1869, e la fastosa cerimonia venne presenziata dall’imperatrice Eugenia. Per l’impero francese di Napoleone III fu, a livello internazionale, un vero e proprio trionfo.

A seguito dell’inaugurazione, gli scambi commerciali si infittirono e importanti progressi vennero compiuti al fine di rendere più efficienti e veloci le navi a vapore. Gli stati europei sfruttarono a loro vantaggio il canale. Le distanze tra il vecchio continente, l’Africa subsahariana e l’Oriente, infatti, si accorciarono notevolmente, dando una forte spinta al nascente imperialismo europeo: il Canale di Suez, mettendo in comunicazione il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso, accorciò di circa settemila chilometri la distanza tra Europa e India, evitando alle navi mercantili di circumnavigare il continente africano passando per il Capo di Buona Speranza.

L’importanza strategica del canale portò la Gran Bretagna ad assumerne il controllo. La convenzione di Costantinopoli del 1888 dichiarò che il canale fosse aperto e libero, ma soggetto all’amministrazione britannica. Nell’Ottocento, il Canale vide, quindi, le potenze europee contendersi il controllo per concretizzare le proprie ambizioni imperialistiche.

Le due guerre mondiali

Durante i due conflitti mondiali, Suez fu uno degli obiettivi bellici principali. Nel corso della prima guerra mondiale, divenne teatro di guerra nel Medio Oriente. Tra il 1915 e il 1918 venne condotta la campagna del Sinai e della Palestina: l’esercito ottomano – supportato dalle forze tedesche e austroungariche – tentò per due volte di impadronirsi del canale. Invano. Al termine della guerra, infatti, la preziosa via di collegamento era ancora nelle mani della Gran Bretagna. Furono i leader dell’Asse – Hitler e Mussolini – a proiettare le proprie ambizioni sul canale nel corso della seconda guerra mondiale. La campagna d’Africa, iniziata nel 1940, venne studiata per sconfiggere la Gran Bretagna nelle colonie del Nord Africa. Grazie all’aiuto degli alleati e a battaglie decisive come quella di El Alamein (1942), ancora una volta il Canale di Suez rimase sotto la giurisdizione britannica.

Nasser e la guerra fredda

L’avvento della guerra fredda divise il mondo in due blocchi. Da una parte quello occidentale guidato dagli Usa, dall’altra il blocco comunista dell’Urss. Le due superpotenze cercarono di espandere le rispettive sfere di influenza nel continente africano, che stava vivendo l’inizio del processo di decolonizzazione. L’Egitto, formalmente indipendente dal 1922, subiva ancora le ingerenze inglesi. Il colpo di stato repubblicano del 1952, che vide tramontare la monarchia di re Faruq I, lacerò il rapporto tra Gran Bretagna e l’ex colonia. Il golpe, infatti, fu guidato da una delle figure più carismatiche del ventesimo secolo, Gamal Abd el-Nasser, che presto divenne presidente della repubblica egiziana. Per questo, insieme a Nehru e Tito, diede vita al movimento dei paesi non allineati. Ufficialmente, quindi, l’Egitto non era schierato né con il blocco sovietico né con quello statunitense. Nonostante ciò, nel 1956, il canale di Suez fu teatro di una crisi senza precedenti. Nasser, che voleva decapitare il neocolonialismo nella sua terra, nazionalizzò il canale, decisione che suscitò le ire di Francia e Inghilterra, rappresentanti di primo piano del blocco occidentale. Parigi e Londra lanciarono quindi l’operazione moschettiere, che avrebbe visto Israele occupare militarmente l’Egitto, affinché Francia e Gran Bretagna potessero lanciare un ultimatum per la riconsegna del canale. Un episodio che rischiò di far esplodere un conflitto diretto tra Usa e Urrs. Ciò non avvenne grazie all’impegno statunitense, ma Israele occupò comunque la penisola del Sinai. La crisi del Canale di Suez segnò il tramonto delle ex potenze coloniali.

L’importanza strategica del Canale di Suez

Ora come allora, il Canale di Suez è uno snodo cruciale del commercio globale. I ritardi causati dall’incidente della Ever Given hanno rischiato di compromettere le catene di approvvigionamento mondiali, già notevolmente provate dal blocco dei traffici causato dalla pandemia per il covid-19. Secondo alcuni analisti, il blocco ha generato una perdita di 9.6 miliardi di dollari al giorno. Proprio per questo, l’amministrazione americana sta valutando nuovi collegamenti. “Vogliamo fare in modo che il popolo americano non debba mai più affrontare la carenza di beni e servizi su cui fa affidamento” ha dichiarato Joe Biden, rinnovando l’interesse per catene più corte e progetti di produzione regionali. È paradossale che, nell’era digitale e dell’intelligenza artificiale, gli stati siano dipendenti dal vecchio Canale al punto che un incidente in questo lungo collo di bottiglia abbia rischiato di paralizzare l’economia globale.

EGITTO

Credit foto nave Ever Given (in alto): Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic license