Spionaggio all’italiana

Ufficiale di marina italiano arrestato mentre passa segreti militari ai russi. Il valore? Cinquemila euro

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Fabrizio Iseni

di Fabrizio Iseni

Sembra la classica spy-story americana: un ufficiale di marina italiano, capitano di fregata, incontra segretamente in un parcheggio della capitale un ufficiale delle forze armate russe protetto dall’immunità diplomatica per consegnargli segreti militari in cambio di denaro. Spionaggio. Ma mentre avviene la consegna della chiavetta usb con i files classificati, dal nulla escono i reparti operativi speciali dei carabinieri che blindano il capitano di fregata e la spia russa. Per fortuna non ci sono fughe spericolate alla Tom Cruise e così l’operazione di intelligence diventa notizia del giorno di oggi, mercoledì 31, notizia di apertura di molti notiziari.

L’operazione di controspionaggio da parte dei carabinieri è stata sicuramente brillante. E le imputazioni contro l’ufficiale di marina italiano sono sicuramente gravi (il russo verrà espulso dal nostro paese secondo la normativa internazionale in quanto è protetto da immunità). Quello che lascia perplessi è il valore di tali informazioni: 5 mila euro. Il prezzo del tradimento. Umiliante, se guardiamo la cosa da un altro punto di vista. Leggendo la notizia sulle agenzie di stampa, ci chiedevamo un po’ provocatoriamente: ma i segreti militari italiani valgono davvero così poco? Deprimente. E, di conseguenza, chissà quali grandi segreti della nostra piccola, onesta e bella Italia possano far gola ad una superpotenza nucleare come la Russia, che negli anni della guerra fredda ha vantato il più feroce e fenomenale servizio di spionaggio e controspionaggio, il famigerato Kgb.

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