La crisi Covid affonda il settore benessere. Confartigianato: «Necessari più ristori»

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VARESE – Adeguati ristori per il settore benessere che, più di altri, in questi mesi ha pagato il prezzo delle chiusure e che ora merita grande attenzione da parte del Governo. A chiederlo è il presidente di Confartigianato Imprese Varese, Davide Galli, nei giorni in cui la Lombardia entra nella terza settimana di zona rossa. Allargando la forbice del malessere e delle difficoltà economiche. «Di norma, quella di Pasqua, così come quella di Natale, è una settimana di intenso lavoro per i professionisti del settore benessere che, a causa delle restrizioni, dovranno rimanere fermi e sperare che la situazione dei contagi rientri il prima possibile per rimettersi a lavorare in sicurezza». Superata la Pasqua si tornerà a guardare i numeri, auspicando che quelli più preoccupanti – legati alla pressione sugli ospedali – possano scendere, assicurando il rientro in una fascia a minore impatto sul mondo del lavoro.

Di certo il conto del settore è già salato: ammontano, infatti, a 450 milioni di euro i mancati ricavi totalizzati nel 2020 nella sola Lombardia dalle quasi 25mila imprese del settore del benessere, tra i comparti più colpiti dagli interventi di contenimento della pandemia, secondo quanto emerso da una recente survey dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia.

Contributo alla sicurezza sul lavoro

«Il settore benessere, estetisti e acconciatori, in questi mesi ha dato un contributo importante alla sicurezza nei luoghi di lavoro – prosegue Galli – Ricordo l’adeguamento delle strutture, il posizionamento di barriere in plexiglass, l’impiego di Dpi, gli accessi contingentati, l’attenzione alla distribuzione della clientela all’interno delle attività, la sanificazione continua». Un impegno massivo, attuato nel pieno rispetto dei protocolli per la sicurezza nei luoghi di lavoro, che «ci indica che la direzione presa dalle aziende è quella giusta: siamo un presidio di sicurezza e una barriera contro la diffusione del virus, anche a tutela della nostra clientela. Lo diciamo da mesi e ne siamo totalmente convinti».

Ora, però, i numeri degli introiti stanno flettendo in modo sensibile, per la perdita di una finestra di lavoro importante: «Il decreto Sostegni è un primo passo ma non può essere l’unico, dobbiamo agire sulla leva fiscale, sull’accesso al credito e sulle moratorie. E non solo a livello nazionale». Gli stessi comuni e le regioni devono contenere il livello di tassazione e, al contempo, affiancare gli operatori del settore con interventi di rilancio.

Lavorare al sicuro

Dal 6 marzo all’inizio di aprile 2021 in Lombardia, in area rossa per 22 giorni, la chiusura delle attività regolari ha reso contendibile all’abusivismo il 71% dei ricavi: un dato che deve far riflettere. Confartigianato Varese, di suo, sosterrà una campagna per rassicurare la clientela ricordando che gli operatori del settore benessere operano in modo sicuro e in luoghi di totale sicurezza. «Altrettanto non possiamo dire degli abusivi che proliferano in questi momenti di chiusure forzate: contro questa deregulation, che non dà alcuna garanzia al cliente, occorrono controlli serrati».

«La domanda che ci poniamo è: le amministrazioni pubbliche conoscono bene il problema, perché è stato più volte rimarcato, ma intervengono con la giusta fermezza? Questo sia un punto di partenza: i nostri operatori si attengono alle leggi ma, al contempo, il legislatore faccia di tutto per tutelarne i diritti e la professionalità».

Accelerare i vaccini

Intanto Confartigianato Varese prosegue con il pressing sulla campagna vaccinale: «Solo accelerando sui numeri potremo assicurare il vero “ristoro” alle nostre imprese, quello del lavoro. L’apertura dei centri vaccinali di Malpensafiere, Schiranna, Rancio Valcuvia e, a ridosso, Saronno, sono un segnale che ci rassicura così come l’annuncio dell’arrivo di ulteriori tre milioni di dosi di vaccino. La visita di Curcio in Lombardia è un ulteriore segnale importante dell’accelerazione che si vuole dare al nostro territorio. Ora si passi alle imprese e si faccia massima attenzione a non penalizzare le Pmi a dispetto delle industrie: le chance di accesso devono essere le medesime, anche qualora dovessero mancare i requisiti di spazio, che andranno colmati attraverso l’intervento pubblico» conclude Galli che, dal sopralluogo del capo della protezione civile in Lombardia, si aspetta «parole chiare e date certe».

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