L’INCORNATA Juve imprendibile, ma c’è il caso Ronaldo

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Non esiste un’outsider della Juve. Questa è l’unica certezza in un campionato sempre più squilibrato, sempre più juvecentrico. Ma anche meno bello, ovviamente non per colpa della Juve ma per i limiti delle presunte concorrenti, e per nulla appassionante. Almeno in vetta. Ci sarà bagarre per un posto in Champions, ma lo scudetto è già stato assegnato con i bianconeri troppo superiori agli altri. Un prodotto di cui già si conosce il finale. La Juve sta giochicchiando. Forse sta andando al 30 o al massimo al 40%. Velocità di crociera contro chi si sta affannando ad attivare in qualche modo i propri propulsori. A Torino stanno veleggiando con il motore più importante spento. Qualcuno dice: chissà cosa accadrà quando anche Cristiano Ronaldo sarà al top e troverà la rete con continuità. A quel punto la super Juve di Allegri sarà ancora più devastante. Ma Ronaldo a ben guardare è l’unica voce stonata di un coro, ancora un po’ assonato, ma che è nettamente superiore rispetto a una concorrenza inesistente e impalpabile. Qualcuno, per creare un po’ di suspense, forse per rendere il prodotto più appetibile, ci aveva venduto la favoletta che Inter, prima, e Napoli, poi, sarebbero state delle outsider credibili e realistiche. Mi è venuto da sorridere leggendo la panchina della Juve alla seconda giornata contro la Lazio, non proprio l’ultima squadretta: Perin, Benatia, Dybala, Douglas Costa, Betancur, Cuadrado, Emre Can e via andare. Una roba da spavento. Probabilmente la seconda squadra si giocherebbe lo scudetto con tutte le altre. E poi c’è la questione Ronaldo. Unica nota dolente. Alla fine del campionato farà sicuramente 20 gol, perché stiamo parlando di un fenomeno assoluto, giusto per evitare che a qualche buontempone venga voglia di allargare la bocca solo per dargli fiato come quando ricordai il suo passato meno felice di evasore fiscale. Un fenomeno, ma al momento abbiamo davanti un grande fiasco. Poi cambierà tutto, ma adesso anche il più appassionato tifoso bianconero non può negare di aver immaginato ben altro avvio di campionato. Un avvio a ritmo di serpentine, doppiette o triplette, come ai tempi del Real Madrid. L’avvio di stagione del fenomeno di Madeira è stato, invece, deludente. Tanti guizzi, zero serpentine, molti tiri in porta, qualche grande parata contro, ma zero gol. I trenta milioni di euro annui di stipendio, la dimensione mondiale acquisita dal portoghese, le aspettative, il bagaglio lo mettono davanti ai riflettori. Ed è giusto che sia così. La domanda è, anzi le questioni sono: Ronaldo non segna perché ancora non è in condizione ottimale? Non si è ancora ambientato alle marcature più strette del nostro campionato? O Allegri non lo impiega nel modo giusto? Poi fa sorridere anche la sindrome da tappeto rosso che ha contagiato gran parte della stampa italiana, timorosa anche solo a sfiorare il monumento. E così i tanti tiri di Ronaldo, non sono incapacità realizzativa, ma record di conclusioni in Europa. Non errori, ma grande vivacità.

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