La Breast unit dell’ospedale di Busto: nasce la rete per curare il tumore al seno

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BUSTO ARSIZIO – Curare sotto il profilo medico e chirurgico. Ma anche prendersi cura, nel senso più ampio del termine, considerare quindi nel percorso sanitario anche l’aspetto psicologico e quello emotivo del paziente. E tutto ciò significa mettere in campo una serie di professionalità, di competenze medico – scientifiche differenti e costruire una rete. Che abbia protocolli ben definiti, che comprenda tutte le figure mediche di riferimento, ma anche le associazioni di volontariato. Con un unico obiettivo: la salute del paziente, o meglio, della donna con tumore al seno. In due parole: Breast unit. Ovvero una struttura che, di fatto, nei presidi dell’Asst Valle Olona esiste da tempo. E che ora è stata rivista e aggiornata anche sulla base delle esigenze delle pazienti.

Pluridisciplinarità

C’erano tutti gli attori della Breast Unit dell’Asst Valle Olona questa mattina alla conferenza stampa di presentazione del servizio. E già il colpo d’occhio nella sala della biblioteca del nosocomio di Busto dava l’esatta dimensione di quante professionalità, specialità e realtà danno vita alla Breast. Non a caso una delle parole d’ordine di questo approccio alla patologia è la pluridisciplinarità, ovvero l’unione tra più professionisti, generalmente di una stessa azienda socio sanitaria territoriale, che grazie alla loro professionalità e alla scelta di lavorare in rete, offrono alle donne malate di cancro alla mammella elevati standard qualitativi, secondo le linee guida nazionali e internazionali. La Breast unit dell’Asst Valle Olona, infatti, è composta da chirurghi, senologi, oncologi, radioterapisti, anatomopatologo, radiologi, medici di medico nucleare, psicologo, chirurgo plastico, fisiatra, genetista, case manager, ovvero un laureato in Scienze infermieristiche che organizza il percorso di cura e volontari di associazioni che si occupano delle pazienti affette da questa patologia.

L’importanza della prevenzione

«Abbiamo lavorato per creare multidisciplinarità mettendo a punto un percorso di cura a 360 gradi – ha spiegato Paola Giuliani direttore sanitario dell’Asst Valle Olona – che prevede anche un approccio complessivo sotto l’aspetto psicologico e genetico. C’è quindi una presa in carico del paziente moderna e attuale. E soprattutto stiamo lavorando per diffondere e rafforzare sempre più la cultura della prevenzione, fondamentale per il cancro alla mammella che si può prevenire». Il direttore sociosanitario Marino Dell’Acqua ha invece spiegato che «la Breast unit è un esempio di come si devono affrontare le patologie in rete per arrivare a un risultato sempre più efficace. Cura e prevenzione. Con i medici, ma anche con le associazioni di volontariato. Senza dimenticare i medici di medicina generali, che “giocano” un ruolo fondamentale proprio in questo panorama di rete». E infine il direttore amministrativo Marco Passaretta ha puntato sull’importanza di «definire i compiti di tutti gli attori coinvolti. Come azienda stiamo investendo in procedure, ma anche in apparecchiature e strumentazioni».

Qualche numero

La Breast unit è stata formalmente costituita presso l’ex Azienda ospedaliera di Busto Arsizio nel 2014: da allora sono state valutate circa 1800 pazienti ed avviate, quando necessario, a un percorso di cura. Il lavoro multidisciplinare all’interno di una Breast unit migliora la sopravvivenza del 18%. Inoltre indicare alla donna un “percorso certo” permette alle pazienti di affrontare una malattia così importante, conoscendo dettagliatamente e cronologicamente i tempi delle cure, per poter organizzare al meglio la loro quotidianità. Significa abbattere il senso di solitudine della donna. Significa occuparsi di lei a 360 gradi: corpo e mente. La presenza di tutti gli specialisti all’interno dell’Asst Valle Olona migliora la qualità delle cure, la loro sicurezza e lo scambio di informazioni tra i professionisti.

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