“La Gallarate dell’accoglienza che il sindaco non vuole”

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Domenica 25 Luglio Gallarate ha festeggiato San Cristoforo, santo patrono protettore dei viandanti, così ci  troviamo a riflettere sulle parole che Monsignor Riccardo Festa ha rivolto alla città.
L’appello rivolto ad una attenzione e sensibilità nel saper accogliere tutti*, perché “Chi chiude fuori gli altri resta chiuso dentro, nella sua solitudine solitaria”, ha colpito profondamente l’animo di Officina di cura urbana.

Noi partecipanti al gruppo citta che dino di Ocu ci facciamo portavoce anche delle minoranze di stranieri, immigrati, clochard, sinti, da sempre emarginati e bullizzati da questa amministrazione. Poniamo La Cura al centro della nostra politica e lo facciamo concretamente anche attraverso le candidature di Chohan Ali Sher e Ayesha Saeed, due giovani ragazzi simbolo della buona integrazione, che da cittadini italiani mettono la loro esperienza al servizio degli altri cittadini di origine straniera che hanno voglia di costruire un ponte di dialogo tra le diverse comunità presenti nel variegato tessuto cittadino gallaratese e di Carlo Naggi, coordinatore di zona per Acli.

Perché Noi di Officina di cura urbana riteniamo davvero significativo occuparci di integrazione, siamo capaci di riconoscere ed accogliere la nostra interdipendenza di esseri umani, differenti ma con uguali diritti e dignità.

Ci sorprende invece leggere come l’attuale sindaco Andrea Cassani si possa dichiarare “d’accordo in pieno con l’appello di monsignore”. Ci chiediamo se sia lo stesso sindaco Cassani che proclamava “A calcioni nel suo paese”, in un post in pieno stile salviniano in cui additava, erroneamente per giunta, un cittadino di origine tunisina vittima e non autore di un atto doloso. Lo stesso Cassani che alla Marcia per la pace del 2016 sui social network alimentava odio e polemica dichiarando “Noi la vieteremo”.

Lo stesso sindaco che ha ordinato lo sgombero in pieno inverno delle famiglie sinti, che rappresentanti Acli  Caritas, sostenuti proprio dal Monsignor Riccardo Festa, si sono impegnati ad aiutare con opera continua di assistenza.

Lo stesso sindaco che ha pagato il biglietto del treno ai migranti, ospiti in una struttura gallaratese, perché
non era stata accettata la loro domanda d’asilo, il tutto in diretta sui social network, senza avere un minimo di sensibilità umana ma, al contrario, inadeguatezza politica nei confronti del sindaco di Milano e del suo assessore che hanno subito l’iniziativa, gestendo le necessità di uomini e donne che Gallarate non era stata capace di accogliere.

Officina di cura urbana propone un modello di città diverso, in cui la cura è messa al centro di ogni aspetto della vita collettiva.

Nancy Perazzolo
portavoce di Ocu

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