“La normalità che non voglio”

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un nostro lettore, che ci aiuta a tratteggiare il futuro che ci attende, dopo la fine dell’emergenza. Una riflessione che ci butta in faccia la brutta realtà a cui, probabilmente, avevamo fatto l’abitudine.

“È tutto normale ciò che è normale e non è un gioco di parole, in questi giorni sentiamo spesso che torneremo alla normalità, ma quale normalità, cos’è la normalità? Per me, che comincio ad avere una certa età, era normale che lo stato fornisse i servizi pubblici, tutti. Per me era normale che medici, infermieri, pompieri, poliziotti e tutto il personale dell’apparato dello Stato non fossero eroi solo perché continuavano a fare il proprio lavoro, come prima e persino più di prima, quando tutti scappavano terrorizzati. Per me era normale che la produzione controllasse i mercati e non il contrario. Era normale dover lavorare per vivere e non vivere per lavorare. Era normale che i diritti costituzionali fossero basi da rispettare come dogmi e non opinioni interpretabili. Era normale che le aziende assumessero personale proprio e non appaltassero e subappaltassero all’infinito la propria produzione a mille imprese ed impresine che sfruttano i lavoratori oltre etica e ragionevolezza. Era inoltre normale che un’azienda che lavora e produce in Italia avesse sede in Italia, che non potesse licenziare i dipendenti quando era in attivo, che gli utili aziendali fossero impiegati per aumentare la produzione e dare benessere ai dipendenti e non dati alle banche dopo aver spremuto i dipendenti. Era normale che che l’acqua fosse pubblica, l’elettricità pubblica, gli ospedali pubblici, la comunicazione ed i treni nazionali pubblici, le strade pubbliche e tutto quello che era un diritto civile o strategico per lo stato fosse pubblico.

Quando il virus ha fermato tutto e tutti, erano considerate normali da tutti cose che per me non lo erano affatto e non lo erano mai state, e spero quindi che quella strana idea di normalità non torni più. Tenetevela voi se potete, io vorrei che il ritorno alla normalità preveda di riprendere la validità assoluta dei principi stabiliti nella nostra Costituzione dai padri fondatori della Repubblica e che le idee di Schuman, Adenauer e De Gasperi sull’Europa venissero attuate per come sono state pensate e non aggiustate a suon di banconote. Abbiamo permesso alle illusioni di controllare la nostra vita, adesso riprendiamo il controllo della nostra vita senza più illusioni”.

Pierluigi Pennati