La politica di Busto ha perso la trebisonda

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Un caporedattore della Prealpina di alcuni decenni fa, un giornalista che aveva maturato la sua carriera in cronaca, mostrava una forte avversione per i commenti politici. Sosteneva che erano inutili perché “certi fatti si commentano da sè”. Una singolare teoria che oggi calzerebbe a pennello per il contesto politico di Busto Arsizio, dominato da una evidente confusione sotto la quale covano molteplici obiettivi di basso profilo, soprattutto uno: salvare le chiappe. Condizione peraltro diffusa lungo la Penisola, con una politica che non ha più i riferimenti non solo ideologici di un tempo, che si arrabatta, come tutti possono vedere, tra contraddizioni e contrapposizioni, priva di veri leader a cui affidarsi; insomma, un mare in burrasca dove galleggiano personaggi a volte improbabili. Appunto, una situazione che si commenta da sé. E che farebbe perdere la pazienza anche a Giobbe.

Intanto, a Busto ci si agita come mai era accaduto in passato. Il più agitato di tutti sembra essere il sindaco Emanuele Antonelli, impegnato a conservare o, meglio, a confermare la leadership che gli deriva dal ruolo ma che si infrange contro una realtà politica che non gli permette di esercitare come vorrebbe il decisionismo, spesso sconfinante nell’autoritarismo, che caratterizza il suo impegno pubblico. A beneficio del cerchietto magico del primo cittadino, che lo protegge dalle critiche e finge di scandalizzarsi ogni volta che si sfiora la sua immagine, diciamo subito che il decisionismo sarebbe un toccasana per normalizzare alcuni contesti, il problema è che deve essere accompagnato dall’autorevolezza. Che uno non si può dare se non ce l’ha. E se attorno a lui ruotano consiglieri comunali, sodali e opportunisti di lungo o breve corso in cerca di un posto al sole, ma senza sapere quale. Un giorno sono nella lista del sindaco, un altro meditano di passare o tornare in Forza Italia o nella Lega, al mattino si accasano a sinistra, la sera a destra, prima sono sul pero, subito dopo sul fico.

Un cinema che Malpensa24 sta monitorando passo passo, nel tentativo di capire che cosa accade nonostante siano in diversi, a Busto Arsizio, a vivere la sindrome del complotto mediatico e, alimentati dai pregiudizi, si inventano nemici per giustificare la loro mancanza di argomenti. E di chiarezze, perdute nel momento in cui i referenti politici che dettavano la linea sono finiti nelle spire della giustizia. Un paradosso, certo. Ma anche la realtà.

Difficile dire dove si andrà a parare, come e quando verrà recuperata la trebisonda. A meno che ce lo spieghi finalmente la Lega, legittimata dal consenso elettorale a gestire baracca e burattini, finché ne avrà voglia e convenienza. Per ora, la Lega è intenzionata a puntellare l’amministrazione bustocca, per calcoli politici non meglio precisati e nonostante tutto. Ma sappia che contro di essa lavorano molti esponenti della stessa maggioranza, a cominciare da chi prova, sinora senza successo, a formare inedite compagini consiliari con lo scopo di pesare di più, così da chiedere rappresentanze assessorili e condizionare le scelte future. Siamo sempre lì, alle poltrone. Al piccolo esercizio di potere, che poi, visto il contesto, è anche piccolo cabotaggio. Quali siano gli esiti amministrativi di tutto ciò, lo si vedrà più avanti. Se mai sarà possibile andare avanti in questo modo, tra tira e molla, porte girevoli, nervosismi, scatti e retromarce. E tanta reciproca diffidenza.

Busto trebisonda lega antonelli – MALPENSA24