La rabbia del dg Porfido: «Basta con dati e negazionisti. Ci vuole responsabilità»

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BUSTO ARSIZIO – «Non ci voleva la sfera di cristallo. Il virus non è mai andato via. Gli abbiamo solo ricreato le autostrade per tornare a correre. Chiudere? Bisognava farlo prima, oppure trovare altre soluzioni. Era immaginabile che aprendo le scuole, tornando a usare i mezzi pubblici la situazione sarebbe presto tornata a essere critica. La dimostrazione? La Francia, che ha aperto due settimane prima di noi e che ci anticipa di 15 giorni». E’ un sfogo duro e amaro quello del dg dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido. Che arriva dopo che l’azienda ha salutato il team di medici e infermieri in partenza per l’ospedale della Fiera a Milano.

Niente numeri

Il dg Porfido è persona schietta e che non si sottrae alle responsabilità. Mai. Neppure di fronte alle situazioni più delicate. E questa volta dice “no” in maniera secca: «Mi chiedete i numeri? Ma anche se dovessimo darli, che valore aggiunto porterebbero all’informazione? Nessuno. Allora è bene insistere sulle misure da prendere, sulle mani da lavare spesso, sulla mascherina da utilizzare e sulla distanza da osservare. Sono queste le cose su cui bisogna martellare». E sul sistema sanitario dell’Asst Valle Olona: «Non ci sono ospedali Covid e no Covid, ogni presidio ha la propria missione e il personale saprà condurla a termine. E’ questo ciò che conta davvero».

Amarezza e stanchezza

C’è rabbia nella parole del dg, «perché non è possibile che ancora oggi ci siano persone che negano l’esistenza del virus, altre che sottovalutano la situazione e altri ancora che parlano e dicono che gli ospedali ricoverano perché ci guadagnano. Se ne sentono di tutti i colori. Ecco dopo il Paese in cui tutti sono allenatori di calcio, ora siamo anche quello in cui tutti sono dottori». C’è anche amarezza e preoccupazione: «E’ da questa primavera che facciamo sacrifici, che medici e infermieri non si risparmiano e andremo avanti così. Certo che siamo stanchi. Siamo stanchi e preoccupati, perché noi dentro qua stiamo combattendo. Ogni giorno».

Di nuovo pronti sulla Linea del Piave

In primavera anche il dg Porfido aveva parlato degli ospedali come Linea del Piave contro il virus, quando il Covid stava toccando il picco. E ora?

«Al momento stiamo parlando di due situazioni completamente differenti – spiega il dg – In questa seconda ondata il ricorso alla terapia intensiva è minore e l’età media si è abbassata. C’è poi un elemento critico che desta grande preoccupazione: le aree interessate sono quelle a più alta intensità di popolazione: Milano e le province di Monza – Brianza e la nostra».

Mare in burrasca, ma ci sono la rotta e il porto

Infine Porfido conclude: «Siamo tutti su una barca, ma abbiamo una rotta e un porto dove andare, che sono comuni. Tutti noi daremo il massimo delle nostre capacità. I medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario sono abituati al sacrificio. E’ dall’inizio della pandemia che lavoriamo senza risparmiarci. E continueremo a farlo anche ora. Con una certezza: cureremo tutti e non lasceremo indietro nessuno».

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