La Russa (FdI): «Antonelli ricandidato sindaco, ma Busto non è un’isola»

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MILANO – Politicamente pesano come non è mai stato in passato, ma «Fratelli d’Italia crede in un centrodestra unito per battere la sinistra e i Cinque stelle». Non intendono rivendicare primogeniture o mettere bandierine sulle candidature a sindaco nella grandi, come nelle medie e piccole città, «ma abbiamo candidati che non sono secondi a nessuno». E per Busto il sindaco in carica Emanuele Antonelli potrà giocarsi il bis, «perché lui deve avere l’aspirazione a ricandidarsi. Il contrario sarebbe un peccato». Parola di Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato, una vita a destra e tra i fondatori di Fratelli d’Italia.

La Russa, anche in provincia di Varese, nel giro di pochi mesi si andrà due volte alle urne per le comunali con in gioco le amministrazioni di tutte le grandi città. E con Fratelli d’Italia che parte da una posizione favorevole come non è mai accaduto nella storia del partito. Il vostro peso politico cambierà le carte in tavola? 
«Assolutamente no. Non cambia nulla rispetto alla volontà di andare al voto in coalizione con il centrodestra. E’ stato così quando Fratelli d’Italia aveva percentuali anche più basse e sarà così anche ora che, probabilmente, prenderemo più voti. Dico probabilmente perché dopo, i voti, bisogna contarli».

Insomma nessun dubbio sullo schema di coalizione? 
«Convintissimi. Anzi mi sono stupito di qualche uscita un po retrò del mio amico leghista Francesco Speroni, persona che stimo. Ho letto che parla di una Lega che pensa di andare da sola. Mi sembra un refrain un po’ superato nella visione del Carroccio di oggi».

Eppure questa ipotesi non è isolata nella Lega. Forse non avrà gambe, ma resta un sogno. O una tentazione?
«Oggi il concetto non è che bisogna fare una gara tra noi partiti del centrodestra, bensì combattere chi fa danni alle nostre città, alle nostre Province, Regioni e all’Italia. L’obiettivo è sconfiggere la sinistra, soprattutto la sinistra alleata con i Cinque Stelle».

Niente gara interna, però Fratelli d’Italia, in molti Comuni prossimi al voto e con già sul tavolo qualche nome di un candidato di un altro partito di coalizione ha messo anche il proprio. Braccio di ferro a bassa tensione? 
«Alle elezioni più vicine lo schema scelto è stato quello di ricandidare i sindaci uscenti di centrodestra. Indipendentemente del partito. Noi oggi abbiamo un peso importante, eppure, nei Comuni della provincia di Milano ricandidiamo solo un sindaco di Fratelli d’Italia. Sui Comuni da riconquistare invece ognuno mette il proprio candidato e poi ci si confronta su quale sia il migliore. Uno schema che potrebbe, dico potrebbe, essere riproposto anche per le amministrative del 2021».

Se così fosse, in provincia di Varese significherebbe: ricandidatura di Antonelli a Busto, di Cassani a Gallarate, mentre su Varese il vostro Andrea Pellicini se la gioca. Giusto?
«Ripeto, lo schema potrebbe essere quello. Però al di là del sindaco uscente di Busto che è appena entrato in Fratelli d’Italia, ma per il suo percorso lo considero ancora un civico, abbiamo candidati che non sono secondi a nessuno: Pellicini certo, ma anche Francesca Caruso da vicesindaco ha lavorato molto bene. Detto ciò non abbiamo nessuna intenzione di mettere bandierine».

Quindi? 
«Quindi le città non sono isole. Non lo è Varese, né Gallarate e neppure Busto. E non lo sono nemmeno i territori».

Veniamo a Busto. L’ingresso in Fratelli d’Italia di Emanuele Antonelli ha creato qualche mugugno e sparso un po’ di timore. Lui stesso ha iniziato a frenare sulla ricandidatura a sindaco. Magari per strappare una posizione meno in prima linea come responsabilità, ma di grande visibilità politica. E’ così? 
«Antonelli deve avere l’aspirazione a ricandidarsi come sindaco di Busto. Il contrario sarebbe un peccato. Da primo cittadino ha lavorato bene. E se è entrato in Fratelli d’Italia è perché lo consideriamo un ottimo politico. Nel nostro partito non si entra per avere garanzie. Si entra per dare».

La decisione però è stata piuttosto lunga. Non ci dica anche lei che i tempi sono slittati per colpa del Covid. 
«Anche noi abbiamo tergiversato nel far entrare Antonelli. I tempi lunghi sono serviti per conoscerci. Diciamo che ci siamo studiati a lungo prima di prendere la decisione definitiva».

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