Legnano, la candidata di Sinistra Bertolini: «Facciamo tornare a respirare la città»

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LEGNANO – Presentazione alla vecchia maniera, di persona e non via web o con un arido comunicato stampa. Idee: le stesse di sempre, coerenti col passato e con i social forum di Genova e Porto Alegre. Nuovo il volto del candidato a sindaco, o meglio al Consiglio comunale: l’ex insegnante Lucia Bertolini (nella foto, terza da sinistra) in luogo del rappresentante “storico” Juan Pablo Turri. La Sinistra-Legnano in Comune ritenta tre anni dopo l’ingresso a Palazzo Malinverni, mossa dalla convinzione che «a Legnano c’è una rappresentanza di sinistra, che punta sui suoi valori di sempre: ambiente, lavoro, diritti sociali e civili» come spiega uno dei promotori, Giovanni Pini. «La lista è ormai chiusa. Abbiamo tentato un accordo con il centrosinistra per un candidato unico appoggiato da più liste, ma abbiamo dovuto constatare la sordità e la cecità del Pd, che ha deciso di andare per la sua strada». A vuoto anche il confronto con riLegnano e i Verdi. «C’abbiamo provato pure con i Cinque Stelle – spiega Turri – ma niente da fare, ognuno ha preferito correre da solo. Dispiace soprattutto per i Verdi con cui abbiamo molti punti in comune. Abbiamo proposto l’appoggio a Rogora con il nostro simbolo, ma in mancanza di una coalizione hanno preferito andare da soli».

«La pandemia cambierà tutto, lavoriamoci»

In compenso, nella Sinistra legnanese per Pini si riconoscono «sia partiti nazionali come Rifondazione comunista, Sinistra italiana e una parte di Articolo Uno, sia tanti senza un partito di riferimento». A proposito del movimento di Roberto Speranza, l’adesione ufficiale al centrosinistra che candida Radice ha spaccato la rappresentanza legnanese: «Il Pd non è un partito di sinistra, è più verso il centro» argomenta l’ex segretaria Vittoria Giannetti, fra quanti hanno scelto di sostenere la Sinistra e Bertolini. «I nostri fondamenti – esordisce quest’ultima, che a parte la probabilissima leghista Carolina Toia è per ora l’unica donna candidata a sindaco in via ufficiale – sono i valori contenuti nella Costituzione e che vanno ancora concretizzati: l’uguaglianza sociale, i diritti, il rispetto delle differenze, con l’obiettivo di salvaguardare il bene comune. La pandemia ha evidenziato limiti e storture del nostro modello di sviluppo: nulla tornerà come prima, ma bisogna lavorarci. Punti fondamentali, la cura delle persone a partire dai più deboli, una platea che si è ampliata moltissimo negli ultimi anni; la cura dell’ambiente, altrimenti siamo destinati al collasso; la cura del territorio: è necessario il consumo di suolo zero, come cambiare il modo di abitare sul territorio e di produrre. Serve un cambiamento di rotta che parta da problemi concreti. Come la scuola: la didattica a distanza può dare un contributo ma non sostituirla. E come le aree dismesse, che sono un bene comune anch’esse e vanno rinaturalizzate per restituirle a tutti i cittadini. Non si può pensare solo a speculazioni edilizie, come nell’ex Pensotti, c’è bisogno di portare il verde in ogni spazio possibile: Legnano deve essere una città che respira da tutti i punti di vista, compreso quello fisico. Per la Manifattura, ci piacerebbe che il Comune comprasse l’area dopo i ribassi per ricavarvi la biblioteca e una gestione che coinvolga le associazioni e anche i privati che vogliano promuovere la città dal punto di vista culturale, con opportunità di lavoro per i giovani».

«Guardiamo alle fragilità ma anche al ceto medio»

Bertolini sottolinea come alcuni temi presentati nel 2017 dalla lista, che allora si chiamava Legnano in Comune-Sinistra e Costituzione, sono stati ripresi da altri candidati sindaci come la città policentrica, il rilancio delle periferie, l’Olona. E propone: spazi per la didattica nei cortili delle scuole, con strutture provvisorie come già fatto in alcune città; personale docente integrato dal Comune attraverso i servizi sociali e il sistema degli educatori; ampliare i punti di connessione pubblica alla Rete; ambulatori di quartiere e case della salute, ripristinando i presìdi territoriali. «Il programma non esclude nessuno ma punta a creare situazioni di vita migliori per tutti. Ci mettiamo dalla parte delle fragilità e di chi ha più problemi, vive in periferia o è precario. C’è anche tutto un ceto medio impoverito, che si trova in difficoltà non solo a causa della pandemia. Perché se quelli in difficoltà stanno meglio, tutti stanno meglio». Sulle mosse future e le possibili alleanze, invece, non si sbilancia. «Chiunque vinca, noi portiamo avanti le nostre idee e siamo aperti al confronto con tutti. Per il resto è prematuro».

E nasce il circolo della Buona Destra

Dopo gli scandali e gli arresti, una buona destra è ancora possibile. Anche a Legnano. Ne sono convinti i promotori del movimento politico fondato da Filippo Rossi, che apre un circolo a Legnano, dove sosterrà il progetto civico della lista Legnano Cambia e il candidato Franco Brumana. A rappresentare il movimento, un’altra donna: l’ex consigliere comunale Federica Farina, che porterà a Legnano le idee di una destra moderata, liberale, riformista; educata, laica e progressista. «Anche a Legnano – spiega Farina – è tempo che i partiti si facciano da parte e che sostengano un progetto civico. È il momento che la città torni in mano a chi la vive e a chi ci lavora, a chi ha combattuto per liberarla da una gestione affaristica ed è stato baluardo della legalità. Sosteniamo la necessità di ostacolare il ritorno degli eredi della precedente giunta leghista, dei vecchi consiglieri e assessori che non hanno esitato ad andare contro la normativa e hanno convocato Consigli comunali illegittimi e privi delle forze di opposizione pur di consolidare il loro sistema di potere, fatto di conoscenze e non di competenze».

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