Busto, fratelli bulli alla scuola superiore: botte a prof e compagni, rapine e minacce

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BUSTO ARSIZIO – Bulli in una scuola superiore della città: aggressioni, pestaggi, rapine, minacce ai compagni ma persino ai professori. Sono finiti in due comunità separate due fratelli minorenni, protagonisti di una serie di episodi di violenza fisica ed intimidazione principalmente ai danni di compagni e compagne, nel corso dell’anno scolastico appena terminato. Addirittura con l’appoggio del padre, che avrebbe a sua volta dato manforte ai figli bulli aggredendo studenti e professori. Un inferno scolastico che non era finito nemmeno con la sospensione da scuola dei due ragazzi per l’intero anno scolastico, il primo già dal primo giorno di scuola quando aveva picchiato un professore, “reo” di averlo rimproverato: a porre fine alla spirale di bullismo c’è voluto l’intervento della Polizia di Stato di Busto Arsizio, che ha eseguito un’ordinanza cautelare del Tribunale per i Minorenni di Milano.

Il caso

Nell’anno scolastico appena terminato i due fratelli minorenni avevano spadroneggiato, con la violenza fisica e l’intimidazione, su compagne e compagni: ora sono stati condotti dagli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio in due diverse comunità in esecuzione di un’ordinanza applicativa della misura cautelare del Tribunale per i Minorenni di Milano. Le accuse che Polizia e Magistratura muovono loro sono di aver commesso atti persecutori, lesioni e rapina nei confronti di almeno tre compagni. Per il GIP nessun dubbio sulla necessità di adottare la misura cautelare: pesano «le modalità particolarmente efferate e fuori controllo delle azioni dei due fratelli e la considerazione che l’ambiente familiare non è in grado di contenerli, anzi il padre ha dato in più occasioni sostegno ai figli, minacciando e aggredendo a sua volta professori e studenti».

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Sospesi dalla scuola

Già nel primo giorno di scuola dell’annata 2019/2020 i due fratelli si erano fatti notare: gli agenti del Commissariato di via Ugo Foscolo erano dovuti intervenire nell’istituto di istruzione superiore frequentato dai due minorenni per le intemperanze di uno di loro: redarguito da un insegnante per un comportamento scorretto in classe, aveva reagito picchiando il professore, insultando e minacciando anche altri docenti e infrangendo con un pugno una vetrata. Denunciato dalla Polizia al giudice minorile, era stato immediatamente sospeso per tutto l’anno dalla dirigenza scolastica. Nel giro di poche settimane, lo stesso provvedimento aveva toccato anche il fratello: sospeso dalla stessa scuola dopo aver aggredito un compagno provocandogli lesioni.

I tre compagni presi di mira

La lontananza forzata dall’istituto scolastico non ha però indotto i fratelli bulli a tirarsi indietro dall’imporre la propria egemonia sugli ex compagni: in particolare su alcuni di loro, presi di mira per aver osato opporsi alle loro prepotenze o perché ritenuti responsabili di veri o presunti torti nei confronti loro, di loro amici o ragazze. A farne le spese tre compagni: una ragazza, bersaglio di insulti, umiliazioni e inviti a suicidarsi sia di persona che attraverso messaggi inviati via “social”; e due ragazzi, uno aggredito in due occasioni, prima in classe dove gli veniva stretta la gola sollevandolo da terra e poi, per vendetta dopo la segnalazione ai professori, in un pestaggio di gruppo, e l’altro reo di aver litigato con un amico dei fratelli e di aver offeso la ragazza di uno di loro, attirato in un incontro “trappola” in stazione a Busto, dove è stato preso a botte e rapinato delle scarpe.

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