La salute non è una merce: no ai profitti sulla pandemia

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LEGNANO – Il ritardo nella vaccinazione contro il Covid-19 è conseguenza della subalternità della Commissione europea e dei governi agli interessi delle multinazionali farmaceutiche. I governi hanno finanziato la ricerca e lo sviluppo dei vaccini con denaro pubblico, quindi dei contribuenti, ma devono acquistarli a prezzo di mercato e poi subire l’umiliazione di essere privati di una parte di quelli pattuiti.

Viene anteposta la logica del profitto al diritto alla salute. La segretezza degli accordi tra Commissione europea e Pfizer, e con tutte le altre case farmaceutiche, ne è una spia inquietante: i dati sui costi di produzione, i contributi pubblici, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci dovrebbero essere pubblici.

Non solo, a negoziare gli accordi per conto della Commissione europea, secondo quanto riportato dalla stampa belga, vi sarebbe stato l’ex direttore di Efpia, la lobby europea di Big Pharma, Richard Bergström. Un eclatante e scandaloso conflitto di interessi.

Da ottobre è stata proposta da India e Sudafrica all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) la richiesta di sospendere i diritti di proprietà sui brevetti, anche appellandosi ad una norma della legislazione internazionale che contempla tale possibilità, consentendo ad altre industrie e a tutti i Paesi di produrre la quantità necessaria di vaccini e medicinali per soddisfare le necessità di tutta la popolazione mondiale. È infatti evidente che non si uscirà dalla pandemia finché il vaccino non coprirà l’intera popolazione del pianeta.

L’Unione europea si è opposta fin qui. Qual è la posizione dell’Italia? Intende sostenere la richiesta di India e Sudafrica al Wto e chiedere alla Ue di fare altrettanto?

Mentre i governi latitano, è stata promossa l’Ice (Iniziativa dei cittadini europei, uno strumento di partecipazione previsto dall’Unione europea) “Nessun profitto sulla pandemia” per ottenere la proprietà pubblica sui vaccini, perché la lotta contro la pandemia non sia un’ennesima occasione per moltiplicare i profitti di pochi a scapito della salute di tutti.

Questa iniziativa è sostenuta in Italia da molteplici forze e movimenti sociali oltre che da personalità come il decano dei farmacologi italiani Silvio Garattini, don Luigi Ciotti, Gino Strada e molte altre.

Occorrono 1 milione di firme raccolte in almeno sette Paesi della Ue, di cui 180.000 per l’Italia, affinché la Commissione europea apra una discussione pubblica sulla materia.

Per questo invitiamo tutti i cittadini a firmare on line l’Ice “Nessun profitto sulla pandemia” all’indirizzo https://noprofitonpandemic.eu/it/ e a diffondere la conoscenza di questa importante iniziativa.

Rifondazione Comunista

Circolo “D. Lazzari” di Legnano

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