La terra dei fuochi è alla fame

IL GRIDO DISPERATO DI UN PARROCO

In Campania e soprattutto nella terra dei fuochi, luoghi conosciuti per l’emergenza ambientale, la pandemia ha portato ancora più povertà. La mancanza di lavoro, spesso lavoro nero, sta gettando nella disperazione intere famiglie. La terra dei fuochi è nota per i disastri ambientali, è uno dei luoghi dove vengono illegalmente nascosti gli scarti pericolosi delle produzioni industriali. Finiscono in discariche abusive, oppure sottoterra, oppure – ancor peggio – bruciati.

Come riportato da VaticanNews, in una intervista a don Maurizio Patriciello, parroco di San Paolo Apostolo a Caivano, in provincia di Napoli, all’emergenza ambientale si somma quella economica. La parrocchia di San Paolo è impegnata ad assistere chi non ce la fa e sono molti, moltissimi. “Perché a Caivano ed in altri Comuni il lavoro nero raggiunge percentuali importanti, ed ora la fine della produzione porta con sé sacrifici, rinunce, fame. La pandemia genera più di un’emergenza – evidenzia Vatican News – quella sanitaria, ma anche quella economica. Lo spettro di una crisi sociale”. “Ci spendiamo al massimo, ogni giorno, perché questo siamo chiamati a fare. Lo dice il Vangelo” afferma don Maurizio Patricello. “L’emergenza per il coronavirus è arrivata all’improvviso, come quando ti lanciano un sasso in testa, ma qui l’emergenza va avanti da anni”. La periferia, quella dove vivere vuol dire lottare. “I miei parrocchiani sono eroi, sono dei santi, non è facile resistere qui, ma – spiega don Maurizio Patriciello – c’è tanta solidarietà”. “I poveri – evidenzia – sono quelli che pagano sempre il prezzo più alto”. “La maggior parte dei miei parrocchiani vive in modo onesto, ma lavora in nero”. E di lavoro nero non ce n’è più. Sono bastati venti giorni per portare le famiglie alla fame. “I pochissimi risparmi – spiega – sono esauriti, ed ora queste persone non ce la fanno più”.